Siamo in piena crisi climatica, si dichiari lo stato di emergenza permanente

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La recente tragedia di Valencia, che ha visto la morte di 70 persone in seguito a piogge torrenziali e inondazioni devastanti, non è un episodio isolato, ma l’ennesimo segnale di una crisi climatica che non accenna a fermarsi.
Ancora una volta, le Nazioni Unite, con un nuovo rapporto sullo stato del clima, riportano al centro delle discussioni internazionali l’urgenza di agire. Sebbene negli ultimi anni gli Stati abbiano sottoscritto accordi per ridurre le emissioni inquinanti, i risultati sono drammaticamente deludenti. Le emissioni di gas serra hanno raggiunto un nuovo record di 57 gigatonnellate di CO₂, dimostrando che, nonostante gli impegni assunti, la crisi climatica continua ad accelerare inesorabilmente.

Crisi climatica inarrestabile: il rapporto delle Nazioni Unite

A un anno dall’impegno globale per ridurre l’uso dei combustibili fossili, l’umanità si trova di fronte a scenari sempre più preoccupanti. Secondo il rapporto Emissions Gap delle Nazioni Unite, il fallimento dell’azione collettiva rende sempre meno probabile limitare il riscaldamento globale ai livelli stabiliti dall’Accordo di Parigi. L’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi Celsius rispetto all’era preindustriale, con un target preferenziale di 1,5 gradi, appare oggi come una meta quasi irraggiungibile.

A peggiorare il quadro, il crescente fabbisogno energetico globale – amplificato da tensioni geopolitiche e conflitti in corso, come quello in Ucraina – ha mantenuto alta la domanda di combustibili fossili, nonostante i significativi progressi delle fonti rinnovabili come eolico e solare. L’inerzia e il mancato impegno reale da parte delle principali economie mondiali continuano a mettere a rischio il futuro del pianeta, aumentando la frequenza e l’intensità dei fenomeni climatici estremi, come quello accaduto in Spagna.

Dichiarare lo stato di crisi climatica permanente

Alla luce di questi dati e della recente catastrofe di Valencia, è indispensabile che le classi dirigenti, tanto in Italia quanto nel resto del mondo, dichiarino uno stato di crisi climatica permanente. La catastrofe in Spagna e le vite spezzate sono un doloroso esempio della potenza devastante della crisi climatica. Le autorità devono quindi sedersi attorno a un tavolo e prendere decisioni concrete che vadano oltre la retorica e i proclami. L’immobilismo politico ha già provocato abbastanza ritardi: le proiezioni degli scienziati sul cambiamento climatico sono chiare e impongono misure urgenti e non più rimandabili.

Adattamento e preparazione: una necessità ineludibile

L’aumento della popolazione mondiale, da 2 miliardi nel 1930 a 8,2 miliardi, ha moltiplicato la pressione esercitata sul nostro pianeta, incrementando la domanda di risorse, spazi e infrastrutture. Il cambiamento climatico è ormai una realtà inarrestabile e il nostro compito non può più essere quello di “fermarlo,” bensì di adattarci. Le autorità devono investire nel preparare le comunità, educandole ai comportamenti virtuosi necessari durante le emergenze, che si tratti di inondazioni, piogge intense o ondate di calore estremo. Solo grazie a un sistema di allerta tempestivo e a una collaborazione attiva tra enti locali e nazionali sarà possibile limitare i danni e salvare vite.

Agire ora per il futuro del Pianeta

Oggi è successo in Spagna, ma domani potrebbe succedere in Italia. La politica non può più rimandare decisioni vitali, mentre la crisi climatica continua a minacciare la nostra sicurezza e il nostro ambiente. Ogni anno che passa senza interventi concreti mette ulteriormente a rischio il futuro della Terra e dei suoi abitanti. L’umanità è a un bivio, e il momento di agire è adesso: serve un impegno risoluto e globale che metta al centro la protezione dell’ambiente e la prevenzione delle emergenze climatiche.

La catastrofe di Valencia e il rapporto delle Nazioni Unite sono due campanelli d’allarme che nessuno può permettersi di ignorare. La crisi climatica non aspetta, e le sue conseguenze non fanno sconti. Le risposte devono essere immediate, coraggiose e strutturali: per il pianeta, per il futuro e per tutte le vite umane che dipendono da questa battaglia.

Siamo ormai così abituati a sminuire le situazioni di emergenza che, in Sicilia, conviviamo con l’emergenza rifiuti da oltre vent’anni senza alcuna soluzione reale. L’emergenza è diventata quasi una condizione ordinaria, ma sarebbe necessario il coraggio di dichiarare lo stato di emergenza climatica per poter finalmente adottare misure forti e decisive.


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