Secondo il quadro presentato a Ecomondo dal Consiglio Nazionale della Green Economy sul tema rifiuti, l’Italia è fra le migliori in Ue
Rifiuti, raccolta differenziata e Green economy: le parole chiave dell’economia circolare. La produttività delle risorse nel 2022 è ancora fra le migliori nell’Ue. 3,3 euro di Pil per Kg di risorsa consumata, ma è in calo rispetto a 3,5 del 2019. La percentuale del riciclo di tutti i rifiuti nel 2020 è stata ad un buon livello: 72% a fronte di una media europea del 58%.
La fotografia dell’Italia delle green economy è contenuta nella Relazione sullo Stato della Green Economy presentata in apertura degli Stati Generali della Green Economy 2023. Il summit verde organizzato a Ecomondo dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 68 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il Mase e la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Il tema di quest’anno è ‘L’economia di domani: una green economy decarbonizzata, circolare e rigenerativa’.
Nel 2023 si segnalano, rilevanti difficoltà nel mercato di alcune materie prime seconde, in particolare di quelle plastiche.
Green Economy: “Il ciclo dei rifiuti e i benefici di un’economia verde”
L’attuazione in Italia del pacchetto europeo ‘Fit for 55’ per la decarbonizzazione al 2030 comporterebbe, in 10 anni, maggiori costi cumulati di 136,7 miliardi, generando un aumento del valore aggiunto di ben 689,1 miliardi e un risparmio di costi, per il solo settore energia, di 66 miliardi con maggiori entrate per lo Stato di 529,5 miliardi. La Relazione sullo Stato della Green Economy presentata in apertura degli Stati Generali a Ecomondo, illustra i benefici di un’economia green, decarbonizzata, circolare e rigenerativa.
“L’attuazione delle misure europee per l’economia circolare – si legge nel report – consentirebbe all’Italia, al 2030, di risparmiare 82,5 miliardi di materiali importati, di aumentare di 4 miliardi il valore delle attività di riciclo dei rifiuti e di ridurre i costi dello smaltimento di rifiuti in discarica di 7,3 miliardi“.
Quanto alla stima dei costi-benefici, “rispetto alla media europea, l’Italia – si legge ancora nella relazione – dovrebbe sostenere minori costi per il rispristino degli ecosistemi sia rispetto al Pil, sia per abitante, avendo una quota relativamente più bassa della media europea di ecosistemi in condizioni non buone. L’Italia avrebbe benefici di circa 2,4 miliardi dal ripristino degli ecosistemi con costi di 261 milioni, con benefici circa 9 volte i costi sostenuti”.
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