Dal rapporto Asvis su Sostenibilità emerge un ritardo per l’Italia, già a metà del percorso verso l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Con questi ritardi significativi e rischiamo di non rispettare gli impegni assunti nel 2015 in sede Onu. Cosa è possibile fare.
I dati emersi dall’ottavo Rapporto su sostenibilità “L’Italia e gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile”, realizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), tracciano una fotografia sui 17 goals dell’agenza 2030. L’andamento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 fa registrare miglioramenti contenuti per otto obiettivi, peggioramenti per sei, e stabilità per tre.
Il punto a metà del percorso dell’Agenda 2030: i dati e le proposte per cambiare passo
A metà del cammino definito nell’ambito dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l’Italia si trova in ritardo rispetto agli obiettivi che si era impegnata a raggiungere entro la fine di questa decade. Su 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals – SDGs), sei presentano addirittura una situazione peggiorata rispetto al 2010, tre restano stabili e otto evidenziano miglioramenti contenuti.
Inoltre, su 33 Target valutabili con indicatori quantitativi, solo otto raggiungeranno presumibilmente il valore fissato per il 2030, mentre 14 saranno difficili o impossibili da raggiungere, nove mostrano andamenti contraddittori, e in due casi manca il dato necessario per una valutazione. In altre parole, l’Italia non è in linea con gli obiettivi stabiliti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Questo scollamento tra gli impegni presi e l’attuale situazione è stato causato in parte da scelte politiche non allineate con l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile in tutti i suoi aspetti: ambientale, sociale, economico e istituzionale. In mancanza di un impegno esplicito, corale e coerente da parte di tutta la società, delle imprese e delle forze politiche, l’Italia non ha compiuto progressi significativi verso l’Agenda 2030.
Cosa è successo all’Italia
In breve, la mancanza di una chiara direzione e di un impegno diffuso ha portato l’Italia fuori strada rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile e pone la necessità di una profonda revisione delle politiche e dell’azione collettiva per invertire questa tendenza negativa.
I ritardi accumulati potrebbero essere in parte recuperati, ma bisogna attuare con urgenza e incisività una serie di interventi e di riforme. L’ASviS avanza proposte “trasformative” per accelerare verso lo sviluppo sostenibile.
“Il Rapporto di quest’anno, dedicato all’analisi di quanto accaduto a livello globale, europeo e italiano da quando è stata sottoscritta l’Agenda 2030, mostra chiaramente che il nostro Paese, al contrario dell’Unione Europea, non ha imboccato in modo convinto e concreto la strada dello sviluppo sostenibile e non ha maturato una visione d’insieme delle diverse politiche pubbliche (ambientali, sociali, economiche e istituzionali) per la sostenibilità – afferma il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini. – Ciò non vuol dire che non si siano fatti alcuni passi avanti o che non si siano assunte decisioni che vanno nella giusta direzione, ma la mancanza di un impegno esplicito, corale e coerente da parte della società, delle imprese e delle forze politiche ci ha condotto su un sentiero di sviluppo insostenibile che è sotto gli occhi di tutti, come confermano anche le analisi dell’opinione pubblica italiana contenute nel Rapporto”.
L’ASviS avanza proposte “trasformative” per il rapporto sostenibilità
L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) suggerisce l’adozione di una serie di misure e riforme volte a invertire la tendenza attuale. Tra le proposte figurano:
1. Legge per il clima
L’introduzione di una legge per il clima che stabilisca l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 e gli obiettivi intermedi coerenti con esso. Questa legge dovrebbe fissare un budget totale di carbonio e budget settoriali per ridurre le emissioni di gas serra.
2. Valutazione ex ante delle politiche
L’attuazione di un sistema di valutazione ex ante delle politiche rispetto agli Obiettivi dell’Agenda 2030. Ciò includerebbe anche la verifica del rispetto del criterio di giustizia intergenerazionale recentemente introdotto nella Costituzione italiana.
3. Coinvolgimento della società civile
Coinvolgere la società civile e gli enti territoriali attraverso il Forum per lo sviluppo sostenibile presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).
Le priorità per accelerare lo sviluppo sostenibile in Italia
L’attuazione delle proposte avanzate dall’ASviS si articola in 13 linee di intervento prioritarie. Queste linee di intervento includono:
- Contrasto alla povertà e alla precarietà.
- Miglioramento dell’istruzione e dell’inclusione.
- Promozione dell’occupazione femminile.
- Aumento della produzione di energia elettrica rinnovabile.
- Investimenti in infrastrutture sostenibili.
- Promozione della sostenibilità ambientale e sociale nella Pubblica Amministrazione.
- Miglioramento del sistema giudiziario.
- Promozione della pace e della coerenza delle politiche di assistenza allo sviluppo.
Il Rapporto ASviS mette in evidenza l’urgenza di agire e di tradurre le promesse in azioni concrete per garantire uno sviluppo sostenibile in Italia. Mentre il paese mostra ritardi significativi, la consapevolezza dell’importanza della sostenibilità cresce tra la società, le imprese e le istituzioni. È necessario un impegno collettivo per superare le sfide e perseguire un futuro più sostenibile.
Leggi il rapporto in breve.