Firmato da 82 Paesi il primo trattato internazionale per la protezione dell’alto mare. Per l’entrata in vigore mancano ancora le ratifiche dei singoli Stati. Ecco cosa prevede l’accordo
L’entrata in vigore dell’High Seas Treaty, alias il primo trattato internazionale sull’alto mare delle Nazioni Unite, noto anche come trattato sulla biodiversità oltre la giurisdizione nazionale, con la presenza di 82 Paesi è un bel segnale.
E’ il primo accordo internazionale per la conservazione della biodiversità marina e la salvaguardia degli oceani del mondo. Durante la 78a Assemblea generale delle Nazioni Unite è stato aperto alle firme lo scorso 20 settembre. Ricordiamo però, che sono trascorsi quasi vent’anni di negoziati.
Nell’ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (in vigore dal 1994), che finora ha regolato la gestione delle attività in mare e la tutela della biodiversità marina, il trattato è uno strumento giuridicamente vincolante. In questo senso, l’accordo intende colmare le lacune implementando alcuni obblighi in realtà, già previsti dalla Convenzione.
Lo scopo del Trattato dell’Alto mare
L’obiettivo principale è gestire la conservazione e l’uso sostenibile della diversità biologica marina nelle aree al di fuori della giurisdizione nazionale. Aree che coprono oltre due terzi dell’oceano.
I 75 articoli del trattato si impegnano a proteggere “l’alto mare” ovvero quelle acque che si trovano oltre le 200 miglia nautiche dalle coste (370 chilometri) e che non ricadono in nessuna giurisdizione nazionale, estendendo la protezione ambientale a queste aree, che costituiscono oltre il 60% degli oceani del mondo.
Quando entrerà in vigore?
L’accordo sul testo è datato 5 marzo 2023. Approvato il 19 giugno, dai rappresentanti dei 193 paesi delle Nazioni Unite. Sancita così, l’effettiva e ufficiale nascita del documento. Bisognerà attendere per la sua entrata in vigore. Firmato 20 settembre da 67 Paesi. Tra cui Stati Uniti, Cina, Australia, Regno Unito, Francia, Germania e Messico, oltre all’Unione europea. Al momento in cui si scrive l’accordo ha raccolto 82 firme di Paesi da tutto il mondo, comprese quelle di 12 Stati africani, 18 Stati dell’Asia e del Pacifico, 10 Stati dell’Europa orientale, 16 dell’America Latina e dei Caraibi e 22 Stati dell’Europa occidentale, compresa l’Italia.
Maurizio Massari è il rappresentante permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a New York, che ha firmato. La firma serve per autenticare il testo.
Il trattato entrerà in vigore 120 giorni dopo la ratifica da parte di almeno sessanta Paesi. L’Onu, spiega che “potrebbero volerci anni”, infatti spera che tutti gli Stati membri aderiscano all’accordo.
Articolo correlato L’ONU ratifica il Trattato dell’Alto Mare: ora servono azioni concrete