Dopo lunga attesa, la Commissione europea ha pubblicato la proposta di criteri tecnici per definire l’idrogeno “verde” e rinnovabile nell’Ue. L’idrogeno potrà essere definito green se prodotto con elettricità rinnovabile, ma anche con elettricità a bassissima intensità di emissioni, vale a dire con mix energetici con una forte incidenza del nucleare.
I criteri sono necessari per il conteggio dei target di energia rinnovabile degli Stati membri.
L’iter della Commissione europea
La Commissione europea ha impiegato oltre sette mesi per trovare un equilibrio tra le richieste di Paesi come la Francia di veder riconosciuto l’idrogeno da nucleare, e la Germania, contraria. La tensione si è manifestata il 7 febbraio, quando il relatore dell’Europarlamento sulla nuova direttiva energie rinnovabili, il popolare tedesco Markus Pieper, ha bloccato l’iter legislativo della proposta fino a quando non fossero stati disponibili i criteri tecnici. L’Ue mira a raggiungere 10 milioni di tonnellate di produzione interna di idrogeno rinnovabile e 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile importato entro il 2030.
Considerare l’idrogeno verde quello prodotto da elettricità prodotta con nucleare è “una grande vittoria francese”, e “in particolare di Agnès Pannier-Runacher”. Così fonti del gabinetto della ministra francese della transizione energetica commentano l’adozione dei due atti delegati sull’idrogeno verde adottati stamattina dalla Commissione europea. “Ora – proseguono le fonti governative transalpine – la stessa logica va applicata nel negoziato sulla nuova direttiva rinnovabili”, anche se “la questione è discussa con la Germania e la Spagna” che si oppongono alla posizione di Parigi sull’introduzione dell’idrogeno verde. Le soglie individuate dalla Commissione per l’idrogeno, aggiungono ancora le stesse fonti, “significano riconoscere che Francia e Svezia hanno già il sistema elettrico più decarbonizzato d’Europa e che non hanno bisogno di capacità addizionale di rinnovabili per produrre idrogeno rinnovabile”.