Vivere in un ambiente sano è uno dei diritti fondamentali dell’umanità.
A stabilirlo è stata l’Onu che ha arricchito la lista dei diritti umani con una risoluzione votata con 161 voti a favore, nessun contrario e 8 astenuti (Bielorussia, Cambogia, Cina, Etiopia, Iran, Kyrgyzstan, Russia e Siria).
Un testo che, però, non è vincolante per gli Stati che comunque si devono impegnare a garantire a tutti l’accesso a un ambiente pulito, sano e sostenibile.
Una richiesta che, ormai da anni, viene avanzata anche dai giovani di tutto il mondo e che è stata ribadita venerdì 23 settembre nel corso dello sciopero a favore dell’ambiente che ha visto scendere in 70 piazze italiane ragazze e ragazzi che chiedono ai governi più attenzione alla questione climatica.
“Dopo quattro anni di scioperi, è importante riconoscere i passi fatti in avanti ma anche i tanti problemi ancora irrisolti”, afferma Alice Quattrocchi, portavoce di Fridays For Future Catania.
“Chi è al potere – hanno detto i ragazzi che hanno manifestato – sembra ancora dedicare tutto il proprio tempo a distrarre, ritardare e negare i cambiamenti necessari che ci attendono. Le emissioni di CO2 non si stanno riducendo, ma continuano ad aumentare. Il mondo continua a espandere le infrastrutture per i combustibili fossili e a versare quantità astronomiche di denaro a favore di poche aziende e nel nome dei loro extraprofitti, con somme di guadagno pari al 700% di quelle normali”.
“Abbiamo un estremo bisogno di un piano di giustizia climatica e sociale che metta prima le persone e dopo il profitto: appunto, #PeopleNotProfit”, continua Ruggero Marcantonio, altro portavoce di Fridays For Future Catania.
“Stiamo ancora correndo nella direzione sbagliata. La strada da percorrere è davvero lunga, ma siamo qui e non abbiamo intenzione di fare alcun passo indietro. Sappiamo però che una manifestazione non è mai il fine, ma parte di un percorso politico: per questo anche noi ci siamo preparati alle elezioni”.
Chiare le proposte che i giovani di Fridays For Future Italia portano avanti, idee che vengono racchiuse in 5 macro aree: trasporti e mobilità, energia, lavoro, edilizia e povertà energetica, acqua. Per ognuno di questi settori, come tra l’altro si può consultare nel sito del gruppo (https://fridaysforfutureitalia.it/lagenda-climatica), vengono proposte soluzioni e anche le coperture economiche.
A questo punto la palla passa alla politica: si riuscirà a mettere la questione ambientale tra le priorità? I giovani lo sperano