Il Dipartimento della Protezione Civile è al lavoro sugli elementi tecnici relativi alla crisi idrica che sta interessando il Paese e con maggiore severità alcune aree.
Il lavoro insieme ai Ministeri, alle Regioni e le Province autonome, alle Autorità Distrettuali di Bacino e alle tante realtà coinvolte nella complessa gestione del tema dell’acqua nel nostro Paese, proseguirà nei prossimi giorni per definire le modalità di intervento.
Al momento la situazione di maggiore criticità interessa Il Distretto del Fiume Po e quello dell’Appennino Centrale, criticità generate in particolare da precipitazioni al di sotto delle medie del periodo, sulle pianure del nord e al centro sud, e da temperature superiori alle medie stagionali.
Ricordiamoci che lo stato di emergenza serve a fare delle cose. Si sta lavorando per definire quali sono le attività che seguono allo stato di emergenza che non è un’idea ma consiste in una serie di azioni che vanno fatte. Insieme alla dichiarazione vanno verificate le azioni, ci stiamo lavorando”. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, al termine dell’incontro con la Conferenza delle Regioni sull’emergenza siccità.
“Non c’è dubbio che ci sia una criticità importante dovuta al fatto che non piove da settimane, I fiumi sono in grossa dismissione, il cuneo salino nel Po arriva addirittura a decine di chilometri. La situazione ha una sua complessità. Le tendenze non sono positive quindi per le prossime settimane: non ci attendiamo una inversione di tendenza dal punto di vista meteorologico. Ci attendono ancora periodi di siccità”, ha detto Curcio.