Se tutti gli italiani seguissero tre semplici accorgimenti ogni volta che cucinano la pasta si risparmierebbero ben 350milioni di chilowattora, sufficienti ad illuminare gli stadi di calcio per tutte le prossime 24 stagioni di Serie A, Premier League, Liga spagnola e Bundesliga.È quanto merge da uno studio promosso da Unione Italiana Food (Uif), che ha calcolato l’impatto ambientale della cottura della pasta analizzando consumi di energia, emissioni di CO2, utilizzo di acqua.
L’importanza della quotidianità:
È nelle pratiche quotidiane che si costruisce un futuro eco–friendly, evidenzia lo studio dimostrando che chi porta a bollore l’acqua della pasta e si ricorda di mettere il coperchio sulla pentola potrà risparmiare energia sufficiente a ricaricare il proprio smartphone per 2-3 volte. Che diventano 5 e più se la pasta viene cotta con la quantità di acqua “giusta”, proporzionata. Utile al fine del risparmio energetico anche spegnere il fuoco prima del tempo e scodellare dopo la cottura passiva. «Con un impatto ecologico dal campo alla tavola minimo rispetto ad altri alimenti, la pasta – commenta Riccardo Felicetti, presidente del Pastai Italiani – è già ‘oltre’ COP-26, ma nei prossimi 5 anni possiamo migliorare ulteriormente il nostro impatto sull’ambiente arrivando quasi a dimezzarlo perché dalla fase di cottura della pasta a casa dipende il 38% del totale della sua impronta carbonica».
L’incuranza:
Tuttavia, secondo l’analisi, gli Italiani in cucina risultano virtuosi a metà: 3 su 4 usano ancora troppa acqua, la cottura passiva è ancora distante dalla quotidianità (9 su 10 tengono il fuoco acceso fino a cottura completata). In compenso l’87% utilizza sempre il coperchio per far bollire l’acqua più rapidamente, secondo Dati Piepoli/Uif.