La plenaria dell’Europarlamento ha votato contro il rapporto sulla riforma del mercato Ue Ets firmato da Peter Liese (Ppe, Germania). La plenaria ha sospeso il voto finale sul fondo sociale per il clima e rinviato in commissione Ambiente il rapporto sulla “carbon tax alle frontiere”. Il rapporto sulla riforma Ets tornerà alla commissione Ambiente. Troppi i punti controversi che hanno diviso la maggioranza.

Gli articoli da rivedere:

Gli articoli approvati dalla tarda mattinata in poi, come quello che includono inceneritori e termovalorizzatori e trasporto marittimo nel sistema, sono da rivedere. La situazione è precipitata dopo che la capogruppo degli S&D Iraxte Garcia Perez ha chiesto un’interruzione di tre minuti per consultazioni sul voto finale con gli eurodeputati della sua famiglia economica. Dopo momenti molto concitati la maggioranza dell’emiciclo si è espressa contro il rapporto Liese. Un riesame della proposta a Strasburgo potrebbe non arrivare prima di settembre.

La rottura in Parlamento:

La gradualità nella eliminazione delle quote di emissioni gratuite di cui beneficia la grande industria europea è stato il punto di rottura della maggioranza dell’Europarlamento sulla riforma dell’Ets. Lo ha spiegato il presidente della commissione Ambiente Pascal Canfin parlando ai giornalisti. Una «situazione inaspettata ma la gestiremo», ha esordito il politico francese di Renew. «La rottura c’è stata sulla data finale di eliminazione delle quote gratuite; il compromesso di Renew con gli S&D prevedeva il periodo 2026-32 e avevamo previsto che passasse ma è stato bocciato da 11 europarlamentari», ha spiegato. E’ passato invece l’emendamento del Ppe, che individuava il periodo di transizione nel 2028-34, una specie di linea rossa per Verdi, Socialisti e sinistra che quindi nel voto finale si sono espressi contro tutta la riforma. «Solo Ppe e Renew hanno votato a favore del testo finale» mentre sinistra e destra dell’emiciclo «per motivi diversi hanno votato contro» ribaltando la maggioranza, ha aggiunto l’eurodeputato. «I voti su fondo sociale per il clima e la carbon tax alle frontiere sono stati rinviati alla commissione Ambiente – ha concluso Canfin – perché molto collegati alla riforma dell’Ets, su cui inizieremo subito a negoziare per trovare una soluzione».

Mercato CO2 in aviazione:

Il mercato Ue della CO2 coprirà le emissioni di tutti i voli in partenza da un aeroporto nello Spazio economico europeo. È la posizione degli eurodeputati, che hanno approvato in plenaria (479 voti favorevoli, 130 contrari e 32 astenuti), i loro orientamenti sulla revisione del sistema di scambio di quote di emissione (Ets) per l’aviazione. Le quote gratuite per il settore, è la proposta degli europarlamentari, dovrebbero essere gradualmente eliminate entro il 2025. Una deroga dovrebbe essere prevista per le emissioni dei voli delle regioni ultraperiferiche. I deputati vogliono, inoltre, che il 75% dei ricavi delle aste delle quote per l’aviazione sia utilizzato per sostenere l’innovazione e le nuove tecnologie. Approvato anche il testo che allinea gli Stati Ue al sistema Icao globale di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio per l’aviazione internazionale (CORSIA).

Maggioranza italiana divisa sugli Ets: 

Nei primi voti sul pacchetto clima alla Plenaria del Parlamento europeo non si è spaccata solo la maggioranza Ursula, ma ha confermato le sue divisioni sui temi ambientali anche la maggioranza del governo Draghi. Pd, Forza Italia, Lega e M5S hanno votato in ordine sparso sul testo della riforma Ets mentre qualche distinguo – come risulta dai tabulati – è emerso anche all’interno della delegazione Dem. La riforma del sistema Ets, che non è passata in Aula, è stata votata infatti da Fi, mentre M5S si è astenuta e la Lega ha votato contro. Anche la stragrande maggioranza della delegazione Pd ha votato per bocciare la riforma dopo che erano passati gli emendamenti del Ppe indigesti ai Socialisti e Democratici. L’emendamento 231 è stato presentato dal Ppe assieme ai Conservatori e Riformisti (in cui c’è la delegazione Fdi) e al gruppo Id (dove siede la Lega) e verteva sul rinvio al 2034 della fine delle quote di emissione gratuite per l’industria ad alto consumo energetico. L’emendamento, all’interno della delegazione Dem ha incassato il voto favorevole di Paolo De Castro e le astensioni di Patrizia Toia e Irene Tinagli. Sul voto finale, con il testo già modificato dagli emendamenti del Ppe, gli eurodeputati dem si sono divisi nuovamente: Tinagli ha votato a favore, Pietro Bartolo, Pierfrancesco Majorino, Giuliano Pisapia e Massimiliano Smeriglio hanno votato contro. Si sono stenuti inveceil capo delegazione Brando Benifei, Simona Bonafè, Caterina Chinnici, Andrea Cozzolino, Paolo De Castro, Alessandra Moretti e Pina Picierno.