È in corso in questi giorni a Berlino, dal 25 al 27 maggio, il vertice su Energia e Ambiente del G7. Proprio i membri del G7 possono fare da apripista nella riduzione delle emissioni di carbonio dell’industria pesante, in particolare di acciaio e cemento, che “ammontano a circa 6 miliardi di tonnellate all’anno, più di un sesto delle emissioni totali di CO2 del sistema energetico globale”. Lo afferma l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) in un nuovo rapporto richiesto dalla Germania che presiede il G7. «Le emissioni dell’industria pesante sono tra le più ostinate – afferma il direttore esecutivo della Iea Fatih Birol – I paesi con notevoli risorse finanziarie e tecnologiche le utilizzino per aumentare le soluzioni».

Artefici delle emissioni dall’industria pesante:

I membri del G7 – Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti più Unione Europea – “rappresentano circa il 40% dell’economia mondiale, il 30% della domanda di energia e 25% delle emissioni di Co2 del sistema energetico” sottolinea la Iea nel rapporto “Achieving Net Zero Heavy Industry Sectors in G7 Members” richiesto per informare i responsabili politici, i leader industriali e altri decisori prima della prossima riunione dei ministri del clima, dell’energia e dell’ambiente del G7. L’industria pesante, ricorda il rapporto, “è responsabile di oltre il 15% dell’uso del carbone e di circa il 10% dell’uso di petrolio e gas nei membri del G7”. Per questo la transizione verso emissioni nette zero nell’industria pesante “è un pilastro importante per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili nel G7” anche sulla scia delle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina. “Tuttavia – avverte la Iea – molte delle tecnologie per ridurre significativamente le emissioni dell’industria pesante sono ancora in fase iniziale”.