L’emergenza energetica provocata dalla guerra in Ucraina obbliga a far ripartire gli investimenti per la manutenzione e l’ammodernamento delle centrali idroelettriche in Italia. È stato questo il tema al centro del convegno “Le concessioni idroelettriche in Italia: stato dell’arte e opportunità di sviluppo” realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A, Edison ed Enel.

Prima fonte rinnovabile in Italia:

Come ha spiegato nel suo intervento Renato Mazzoncini, Ad di A2A, «in un contesto come quello attuale lo sviluppo delle rinnovabili non è più solo auspicabile ma necessario per contribuire a raggiungere l’autosufficienza energetica del nostro Paese e affrancarsi dalla dipendenza del gas estero». L’idroelettrico è oggi la prima fonte rinnovabile per la generazione elettrica in Italia, ma più del 70% degli impianti idroelettrici nel nostro Paese ha più di 40 anni e l’86% delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche è già scaduto o scadrà entro il 2029. Secondo lo studio di The European House – Ambrosetti una revisione della durata delle concessioni idroelettriche permetterebbe agli operatori di investire in Italia 9 miliardi di Euro aggiuntivi rispetto ad oggi. Gli investimenti addizionali permetterebbero di generare altri 26,5 miliardi sul territorio attraverso gli effetti indiretti e indotti, con ricadute positive anche per le casse dello Stato «L’idroelettrico – ha aggiunto Mazzoncini- è strategico ed è gestito largamente da imprese italiane. Gli investimenti a beneficio di questa importante risorsa potrebbero essere favoriti da una normativa chiara ed omogenea, che preveda un’estensione della concessione a fronte di investimenti a favore dei territori che ospitano gli impianti, e la riassegnazione mediante gara in assenza di miglioramenti per gli asset da parte degli operatori uscenti».

Competenze e investimenti:

All’emergenza gas provocata dalla guerra si aggiunge la sfida della transizione ecologica. Come emerso nel corso dei lavori, il “Fit for 55” package europeo pone degli obiettivi ambiziosi ma, ai ritmi attuali, l’Unione Europea e l’Italia rischiano di raggiungere i target prefissati al 2030 sulle emissioni di gas a effetto serra con un ritardo medio rispettivamente di 19 e 29 anni. In questo quadro, l’idroelettrico è oggi la principale fonte rinnovabile per la generazione elettrica in Italia (40,7%) e gioca un ruolo di primo piano nell’attuale crisi energetica, rendendo le forniture più sicuro, più resiliente e più sostenibile. «Da più di un secolo investiamo, costruiamo e operiamo impianti idroelettrici – ha sottolineato Nicola Monti, Ad di Edison -. Abbiamo competenze di eccellenza in questo settore e con la nostra attività generiamo valore tangibile sul territorio. Un valore che potrebbe crescere ulteriormente con l’introduzione di adeguati meccanismi di estensione delle concessioni che permetterebbero piani straordinari di investimento sugli impianti favorendo le filiere industriali italiane dell’idroelettrico e contribuendo alla transizione energetica del Paese». Secondo Nicola Lanzetta, direttore Italia di Enel, «per valorizzare il ruolo strategico dell’idroelettrico in Italia è necessario, a livello europeo, garantire un’equità di trattamento tra gli operatori degli Stati membri e una maggiore omogeneità della normativa, mentre a livello nazionale è prioritario creare le condizioni per una maggiore certezza per gli operatori sul ritorno dell’investimento. Serve una strategia che assicuri una rideterminazione della durata della concessione a fronte di investimenti per rafforzare ulteriormente il ruolo dell’idroelettrico».