Guardare il mare più a fondo: questo l’impegno richiesto ai diportisti da Marevivo in occasione della nuova campagna “BlueReporter”, promossa con il supporto del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e la collaborazione di Navionics, presentata ufficialmente all’EUDI Show di Bologna.

L’app:

La campagna “BlueReporter” nasce con l’obiettivo di monitorare e, laddove possibile, recuperare i rifiuti accumulati sui fondali, che sono più del 90% di tutti quelli presenti in mare. Attraverso l’app “Boating” di Navionics – già disponibile per i sistemi Android e iOS – sarà possibile inviare a Marevivo le segnalazioni sulla presenza, la tipologia e la posizione dei rifiuti rilevati. Per farlo servono solo pochi minuti: basta scaricare l’app, creare un marker alle coordinate del punto di avvistamento e condividerlo con l’account dell’Associazione attraverso l’apposita funzione. Le segnalazioni ricevute andranno a costituire un database che Marevivo condividerà con la Guardia Costiera, partner del progetto, al fine di valutarne congiuntamente il possibile recupero.

Le segnalazioni:

Le funzionalità dell’applicazione sono state illustrate dai volontari di Marevivo Onlus all’EUDI Show di Bologna, in uno stand dedicato, e da Massimiliano Falleri – Responsabile della Divisione Sub che domenica 3 aprile alle ore 14:30, è stato presente all’interno del panel eventi con un intervento dal titolo “Divisione subacquea di Marevivo: da una passione a una mission per difendere il mare”. 
«L’attività di recupero di rifiuti dai fondali – reti fantasma in particolare – che portiamo avanti da decenni con la Divisione Subacquea di Marevivo da oggi può contare sull’aiuto di nuovi alleati: i BlueReporter, ovvero i diportisti di tutta Italia che potranno segnalarci la presenza di rifiuti invisibili, ma non per questo meno pericolosi, attraverso l’app Boating di Navionics», dichiara Falleri. «E’ sempre più importante che i naviganti siano coinvolti direttamente nella difesa del mare. Con questo strumento – sottolinea – potremo intervenire in maniera più capillare; sarà come avere centinaia di occhi che ci aiuteranno ad acquisire informazioni utili e preziose per la costruzione di una banca dati e di una mappatura di questi rifiuti antropici che stanno minacciando l’ecosistema marino».

La Guardia Costiera:

«Navionics è formata da un gruppo di amanti del mare che mette tutta la propria passione nello sviluppo di prodotti per la navigazione – dichiara Daniele Palma, amministratore delegato di Navionics -. La decisione di Marevivo Onlus di usare la nostra app Navionics Boating per un’iniziativa così importante ci rende particolarmente felici perché ciò contribuisce alla tutela di quell’ambiente marino a noi tanto vicino nella nostra attività di ogni giorno». «La difesa dell’ambiente marino rappresenta uno degli obiettivi primari della Guardia Costiera Italiana. La campagna “BlueReporter” costituisce un importante, ulteriore, tassello verso la partecipazione e il coinvolgimento della società civile nell’attività di salvaguardia del nostro mare – ha affermato il Comandante Nicastro, Capo Ufficio Comunicazione della Guardia Costiera -. Da anni la Guardia Costiera è impegnata nell’azione di individuazione e recupero delle cosiddette reti fantasma, che danneggiano in maniera importante i nostri mari. Nel 2019, proprio alla 27esima edizione dell’EUDI Show di Bologna, fu lanciata un’operazione di recupero dai mari italiani di queste reti abbandonate sui fondali. In circa tre anni, 36 sono le tonnellate recuperate dai nuclei sub della Guardia Costiera, una quantità pari a circa 1 milione e 300 mila bottiglie. Da oggi, grazie a Marevivo e alla tecnologia messa in campo dall’app “Boating”, abbiamo a disposizione un ulteriore strumento che ci permetterà di monitorare la salute del nostro mare e garantire, al contempo, la sicurezza della navigazione».

Più rifiuti che pesci:

Il fatto che l’inquinamento dei fondali sfugga al nostro sguardo non deve falsare la gravità del fenomeno. Secondo un recente studio pubblicato sull’Environmental Research Letters, la biomassa pescata con lo strascico (pesci, crostacei, molluschi) a profondità elevate, oltre i 1000 metri, è spesso uguale o inferiore a quella dei rifiuti. L’Italia detiene il triste primato del fondale con la più grande densità di rifiuti al mondo nello Stretto di Messina, in cui in alcuni punti si raggiunge addirittura il milione di oggetti per chilometro quadrato.