L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha causato anche squilibri nel mercato mondiale dell’energia.
A pagarne le spese gli stati Europei che importano il 90% del gas che consumano, di cui il 40% dalla Russia.
Dalla Russia provengono pure il 46%delle importazioni di carbone dell’Europa e il 27% di Petrolio.
I cittadini, le imprese, gli enti pubblici e le industrie hanno visto raddoppiare la spesa energetica.
La crisi legata alla guerra ci ha fatto scoprire un’Europa vulnerabile e dipendente dal punto di vista energetico.
L’Italia in particolare, avendo convertito tutte le centrali termoelettriche da carbone a gas, si trova in una situazione di allerta.
Il Presidente Draghi ha dichiarato al Parlamento l’imprudenza di non aver diversificato maggiormentelefontidienergianegliultimi decenni riducendo la produzione di gas nazionale.
Il futuro ci impone di porre maggiore attenzione ai rischi geopolitici e ridurre la vulnerabilità per le nostre forniture.
In questo scenario diventano strategici per la nazione i rigassificatori, tuttavia la via maestra rimane comunque lo sviluppo delle fonti rinnovabili con una più spinta sburocratizzazione amministrativa per la installazione degli impianti rinnovabili.
Paghiamo la mancanza di una visione che oggi si traduce in un caro bollette inaspettato e imprevedibile.
La crescita post pandemica alimentata dai finanziamenti del PNRR rischia di essere vanificata dal caro energia. La questione è molto dibattuta in tutti i settori, dagli amministratori locali, dal mondo della sanità, dalle imprese, dalle industrie e dai cittadini in generale.
Da parecchi anni mi prodigo a dire che la parola ENERGIA è mancata e manca nel dibattito politico Italiano.
Oggi è un must parlare di ENERGIA e dare attenzione a un settore che risulta strategico per lo sviluppo e la qualità della vita dei cittadini.
Oggi più che mai il ruolo degli Energy Manager risulta fondamentale per assicurare l’approvvigionamento delle risorse energetiche.
In questo contesto si avviano le “Giornate dell’Energia della Regione Siciliana”, un appuntamento importante che ogni anno mette al centro i temi dell’energia e che vede la Sicilia, terra strategica per la posizione geopolitica, ponte naturale tra il Nord Africa e l’Europa.
Il costruendo cavo sottomarino HVCD che collegherà la Sicilia (Partanna) e la Tunisia (Cap Bon) con la potenza di 600 MW contribuirà a un incremento dei benefici per il sistema elettrico italiano e anche nel complesso all’intero sistema europeo in termini di sostenibilità e integrazione dei mercati.
La Sicilia, al centro del bacino del mediterraneo, è destinata a diventare hub logistico, energetico e turistico di tutto il mediterraneo.
In questo numero speciale interamente dedicato al Dipartimento dell’Energia della Regione Siciliana abbiamo voluto dare spazio al Piano Energetico Ambientale della Regione e alla visione intera del Dipartimento grazie al contributo dell’Ing. Antonio Martini, dirigente generale del Dipartimento dell’Energia della Regione Siciliana, dell’ Ing. Roberto Sannasardo, Energy Manager della Regione e del Dott. Domenco Santacolomba, responsabile del servizio Pianificazione e Programmazione del Dipartimento.
L’Energia è un settore chiave in Sicilia, porta d’ingresso di nuovi flussi energetici dal Nord Africa e baricentro di una nuova geo-economia. Auspichiamo che la classe dirigente che si affaccia alle nuove sfide sia all’altezza delle sfide future.
Buona lettura