Le bioenergie possono arrivare a coprire fino al 68% dell’energia da fonti rinnovabili (Fer) nel settore termico e fino al 37,5% dei consumi termici finali in Italia. Lo stima l’Associazione Italiana Energie Agroforestali (Aiel), che ha comunicato il dato al Mite e alpresidente del consiglio Mario Draghi. Secondo l’Associazione, ai prezzi attuali, scaldare una abitazione con legna da ardere consente un risparmio del 55% rispetto al metano, mentre con il pellet, i granuli derivati dal legno e destinati a stufe e caldaie programmabili di ultima generazione, il risparmio medio annuo è del 44% per nucleo abitativo di 100 metri quadri.
La quantità di energia:
Secondo il Gse nel 2020 le bioenergie hanno coperto l’8,9% dei consumi totali italiani, pari a 120,3 milioni di Tep (tonnellate equivalenti di petrolio), le ‘altre’ rinnovabili il 9,3% e le fonti fossili l’88%. Aiel sostiene che “con le risorse legnose oggi disponibili è possibile arrivare a 16,5 Mtep di energia termica prodotta da bioenergia, contro gli attuali 7 Mtep, di cui 8,5 Mtep da biomasse legnose, per un totale di circa 146 GW di potenza installata”. Il legno del resto, nelle sue molteplici declinazioni, dal ‘cippato’ al ‘pellet’, è la “prima fonte rinnovabile in Italia e in Europa”, secondo Aiel.
Il risparmio:
Quanto ai costi di gestione, L’Associazione Italiana Energie Agroforestali indica che per riscaldare un’abitazione di 100 metri quadri per l’intera stagione invernale sono necessari circa 12 MWh di energia e iI costo “cambia considerevolmente” a seconda del combustibile impiegato. Nel caso del metano la spesa annua è di 1.656 euro, che scendono a 925 (-44%) se si ricorre al pellet, mentre il risparmio è pari al 55% nel caso della legna a 744 euro.