Meno del 10% di plastica prodotta nel mondo viene riciclata: questo l’avvertimento lanciato oggi dall’Ocse, l’organismo internazionale per la cooperazione e lo sviluppo internazionale con sede a Parigi, che invoca una risposta “mondiale e coordinata” per far fronte a questo grave problema per il pianeta.
Ocse e Onu:
A una settimana dalla conferenza Onu che potrebbe avviare dei negoziati su un trattato internazionale contro l’inquinamento dalle plastiche, l’Ocse ha presentato un rapporto ad hoc. Secondo l’OECD Global Plastics Outlook (Prospettive globali sulla Plastica) sui 460 milioni di tonnellate di plastica prodotte nel 2019 nel mondo, la produzione di rifiuti si è stabilizzata a 353 milioni di tonnellate. Ma “solo 9% dei rifiuti di plastica sono stati riciclati in fine, mentre 19% sono stati inceneriti e circa 50% sono finiti in discariche controllate. Il restante 22% è stato abbandonato in discariche selvagge, bruciato a cielo aperto o gettato nell’ambiente”.
Il sondaggio:
Nove persone su 10 sono a favore di un trattato globale legalmente vincolante contro l’inquinamento da plastica, rivela il primo sondaggio globale promosso da Wwf e Plastic free foundation (Pff) in vista dei prossimi incontri internazionali delle Nazioni Unite sull’ambiente – Unea e Unep – tra fine febbraio e 4 marzo. In media, spiega il sondaggio commissionato all’Ipsos e svolto su oltre 20000 cittadini fra i 17 e i 74 anni a fine 2021 in 28 Paesi, circa il 90% delle persone intervistate ritiene che avere un Trattato globale – con regolamenti che riguardino l’intero ciclo di vita della plastica – sia importante per affrontare efficacemente la crisi dell’inquinamento; inoltre, l’85% desidera che produttori e rivenditori siano ritenuti responsabili del fine vita degli imballaggi in plastica. L’opinione degli italiani intervistati è tra le top ten: siamo al sesto posto con una percentuale del 94% degli intervistati a favore del trattato, dopo Messico (96%), Cina (95%) e Perù (95%). Al Governo italiano il Wwf chiede “di correggere le disposizioni introdotte nella normativa di recepimento della direttiva comunitaria ‘Sup’ sulla plastica monouso, rafforzando, come è stato chiesto dalla Commissione Europea, le misure che disincentivano il monouso e sostengono il ricorso a imballaggi riutilizzabili”.
La posizione dell’Italia:
L’Italia è stato sinora tra i primi in Europa nel contrastare l’inquinamento da plastica, ricorda il Wwf: è stato vietato l’utilizzo di shopper di plastica per la spesa dal primo gennaio 2011, dall’inizio del 2018 è stato vietato l’uso di sacchetti di plastica per gli alimenti, dal primo gennaio 2019 è vietato l’uso di bastoncini di plastica e ovatta per usi igienici e dal primo gennaio 2020 l’uso di microplastiche nella cosmesi da risciacquo. “Ma negli ultimi due anni ci sono stati preoccupanti segnali in controtendenza” ricorda il Wwf nel rilevare le contestazioni della Commissione Europea sulle deroghe contenute nella normativa di recepimento nel nostro Paese della Direttiva Sup, sulla plastica monouso (D.Lgs. n. 196/2021) e nella Manovra 2022 è stata rimandata ancora di un anno la decorrenza della plastic tax (introdotta con la legge di bilancio 2020).