Lo scorso settembre l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha inasprito i limiti di polveri sottili consentiti nell’aria, passando da 25 µg/mc a 15 µg/mc a causa dei 7 milioni di morti provocati ogni anno dall’inquinamento. Questa minore tolleranza non ha dato i suoi frutti: in Italia nel 2021 su 102 capoluoghi di provincia sottoposti an analisi, nessuno ha rispettato i valori suggeriti. 

Oltre ogni limite:

È quanto rivela il rapporto di Legambiente “Mal’aria”. In particolare sono 17 le città con i valori più alti di polveri sottili PM10 nell’aria. Al primo posto della triste classifica Alessandria, che supera più del doppio i limiti dell’Oms: 33 µg/mc. A seguire Milano, con 32 µg/mc, Brescia, Lodi, Mantova, Modena e Torino con 31 µg/mc. 11 invece sono le città con livelli di PM2.5 (polveri ancora più sottili che vanno più in profondità nell’apparato respiratorio): tra le più critiche Cremona e Venezia. Milano e Torino in primis hanno oltrepassato più del triplo il limite di biossido di azoto (NO2), seguite da altre 11 città.

Pochi rispettosi:

Nessun capoluogo italiano rispetta i valori suggeriti dall’Oms per la quantità di PM2.5, mentre per PM10 rientrano nei limiti Caltanissetta, La Spezia, L’Aquila, Nuoro e Verbania; per il biossido di azoto Agrigento, Enna, Grosseto, Ragusa e Trapani. Inevitabile di fronte a questi dati l’esortazione di Legambiente a ripensare le aree metropolitane in nome della mobilità sostenibile.