Di fronte alla necessità di ricorrere alle fonti energetiche rinnovabili, Enea e il Politecnico di Torinohanno messo a punto un sistema off-shore per convertire le onde del mare in energia elettrica. Si tratta della versione 2.0 del PEWEC (PEndulum Wave Energy Converter), un sistema low-cost di produzione energetica in grado di rilevare le onde di altezza piccola e media tipiche del Mediterraneo con cui si potrebbe fornire energia alle piccole isole non autosufficienti sostituendo le inquinanti centrali a gasolio. «Nel nostro Paese si contano più di 50 isole minori con una popolazione media di circa 2.500 abitanti, un consumo medio pro-capite di 6 kWh/g e un costo dell’energia molto elevato. Una decina di questi dispositivi potrebbero produrre energia elettrica per un paese di 3000 abitanti» afferma Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio ENEA di Modellistica Climatica e Impatti.
PEWEC 2.0:
La collaborazione tra Enea e Politecnico di Torino punta alla realizzazione preliminare del PEWEC, un macchinario simile a uno scafo semicircolare da porre in mare aperto nei punti più ondosi, come il canale di Sicilia e la costa occidentale sarda. L’obiettivo è quello di rendere il dispositivo meno costoso e più performante rispetto a un modello precedentemente realizzato attraverso l’uso di materiali a basso costo e l’integrazione di pannelli fotovoltaici. Rispetto alla versione anteriore già testata, il PEWEC 2.0 punta a una maggiore produzione energetica: «Abbiamo esposto il prototipo in scala 1:25 del dispositivo hi-tech a serie di onde particolarmente alte (in scala) sia regolari che irregolari, evidenziando un’ottima capacità di tenuta e di produzione elettrica del sistema anche in condizione estreme» spiega Sannino.
Costi e scadenze:
Enea, insieme al team di collaboratori del “Working Group Ocean Energy”, si è dato delle scadenze: il 2025 per la realizzazione di dispositivi che abbiano superato le prove tecniche e finanziarie; il 2030 per l’installazione su larga scala con costi accessibili. I prezzi stimati sono i seguenti: 1 miliardo di euro entro il 2025 tra fondi privati, regionali, nazionali ed europei. Dato che l’Unione Europea punta ad avere il 10% di energia elettrica dal mare entro il 2050, sarebbe auspicabile secondo Sannino che essa raddoppiasse il budget messo a disposizione per questo fine, garantendo anche più occupazione.