Il dossier di Legambiente “Stop pesticidi 2021”, realizzato in collaborazione con Alce Nero, gruppo di agricoltori biologici, ha documentato un uso ancora elevato di pesticidi in agricoltura. 

Percentuali:

Analizzando 2519 campioni di origine vegetale e prodotti di apicoltura italiani ed esteri, solo il 63% di loro è risultato regolare e senza residui di pesticidi. Il restante 35% circa, pur essendo in regola con quantità residue di pesticidi non superiori ai limiti consentiti, desta comunque preoccupazione. In questa percentuale sono state contate 97 sostanze attive differenti: un campione di pere con 12 residui, uno di ciliegie con 10 residui, uno di prugna con 9 residui, quest’ultimo considerato irregolare a causa del superamento dei limiti imposti e per utilizzo di sostanze non autorizzate.

Alimenti:

La frutta resta sempre la categoria più numerosa con residui presenti, con una percentuale del 53,59% dei campioni infestati. Gli alimenti che presentano maggior quantità di pesticidi sono l’uva da tavola, le pere, le fragole e le pesche. Più irregolarità invece sono presenti in campioni di agrumi, piccoli frutti e frutta esotica. Nella verdura il 73,81% dei campioni analizzati non ha traccia di residui, solo pomodori e peperoni hanno un’elevata quantità di fitofarmaci, pur sempre nei limiti consentiti. Questa categoria però presenta le maggiori irregolarità, con l’1,70% dei campioni non a norma. Tra gli alimenti invece vino e miele sono quelli con maggiori residui permessi presenti. In generale, i pesticidi più abbondanti sono fungicidi e insetticidi. Tra le sostanze continua a comparire il chlorpyrifos-methyl, il cui uso era stato vietato nel 2020 dall’Unione Europea, ma che l’Italia continua ad adoperare contro la cimice asiatica chiedendo delle deroghe. 

Le esortazioni:

Nel presentare questi dati, Legambiente e Alce Nero hanno rinnovato l’invito ad approvare il prima possibile una legge sul biologico, ad adottare il PAN (Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile di prodotti fitosanitari) e il PSN (Piano Strategico Nazionale) per ridurre la componente chimica in agricoltura. Anche un sistema agroalimentare sostenibile può contribuire alla corretta transizione ecologica e alla lotta alla crisi climatica. «Alla luce dei dati emersi dal dossier “Stop pesticidi 2021” – ha spiegato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – dobbiamo adoperarci per raggiungere obiettivi sempre più sfidanti, sollecitando i decisori politici nazionali e comunitari a mettere in atto politiche incentivanti. Abolizione di pesticidi come il glifosato e controlli più severi salvaguardano la salute del consumatore». Senza sorveglianza è alto il rischio che non si rispetti la tutela del consumatore, ma anche del lavoratore che entra in contatto con sostanze nocive. 

Il lato positivo:

Nell’altro piatto della bilancia ci sono anche alcuni dati positivi: il biologico dal 2012 a oggi è scelto da sempre più famiglie in Italia: 23 milioni di nuclei familiari hanno acquistato bio almeno una volta nell’ultimo anno. La percezione del biologico sta cambiando soprattutto nei giovani, che ricercano più degli adulti prodotti da agricoltura bio.