Economia circolare e principio dell’end of waste sono alla base del progetto UE “Biocircularities”, che punta a riciclare i rifiuti organici urbani ottenendone bioprodotti ad alto valore aggiunto. Esso coinvolge sei paesi europei e otto partner, tra cui Enea per l’Italia. Tre sono i casi studio nei quali si vorrebbe rendere più circolare la catena del valore dei rifiuti organici non sfruttati: Napoli, Barcellona (Spagna) e Pazardzhik (Bulgaria). La scelta di città così distanti tra loro, ma accomunate da un contesto ancora rurale nell’economia circolare, rientra nell’approccio partecipativo e collaborativo di Biocircularities. Esso punta a educare i quattro settori principalmente coinvolti nella produzione e gestione dei rifiuti organici, cioè industria, scienza, società civile e politica.
Cooperazione e circolarità:
A tal proposito la dottoressa Amalia Zucaro della Divisione Uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli dell’ENEA sottolinea: «La valorizzazione dei rifiuti organici può essere strategica, ma sono necessarie una maggiore cooperazione tra i diversi attori della filiera, una corretta gestione a livello locale e una migliore qualità della raccolta, oltre a un quadro normativo adeguato alle sfide, che identifichi come risorse i flussi di rifiuti organici ad alto potenziale». Per questo fine ENEA, attraverso l’applicazione di strumenti per la valutazione della sostenibilità ambientale ed economica, secondo un approccio di Life Cycle Thinking, supporterà lo sviluppo di un quadro normativo più efficace per l’implementazione di politiche locali e comunitarie, basate su un uso efficiente delle risorse e sulla valorizzazione dei rifiuti, in un’ottica di chiusura dei cicli. Nell’ambito del progetto, che si concluderà nel 2023, sono state già avviate diverse fasi tra cui l’identificazione delle filiere dei rifiuti organici nelle tre aree pilota e lo studio dell’attuale quadro normativo in tema di bioeconomia circolare a livello locale, regionale, nazionale ed europeo.