Confindustria Energia ha organizzato l’evento “Lavoro ed Energia: per una transizione sostenibile” per elaborare un modello di sviluppo supportato dal Ministero della Transizione Ecologica (MITE). L’iniziativa, presentata al Presidente del Consiglio Mario Draghi, ha come caratteristica la compartecipazione di diverse parti sociali che puntano a raggiungere gli obiettivi di Fit for 55, cioè la riduzione del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030.
Elementi strategici del programma:
Relazioni industriali e dialogo con le istituzioni sono fondamentali per fare rete al fine di sfruttare al meglio le opportunità offerte dagli investimenti per la transizione ecologica ed energetica. Il percorso elaborato da Confindustria tiene conto delle diverse esigenze dell’Italia per avviare uno sviluppo sostenibile, produttivo e competitivo a livello mondiale. Il piano mette in evidenza la salvaguardia della filiera nazionale dell’occupazione, il costo della decarbonizzazione per imprese e cittadini, l’importanza dell’innovazione e della ricerca, la comvenienza della riconversione industriale, l’accelerazione del processo di sviluppo delle rinnovabili, le opportunità dell’economia circolare, la riconversione professionale. Si tratta di elementi strategici in linea con il Green New Deal europeo a cui l’Italia ha aderito.
Compartecipazione:
Le proposte, partite da rappresentati di associazioni di categoria del settore energia, organizzazioni sindacali di categoria ed enti di ricerca, Enea, funzionari dei MITE, MISE e del Ministero del lavoro e politiche sociali, importanti atenei nazionali e associazioni dei consumatori, sono state raccolte in unManifesto di 10 punti. Si punta sia a interventi a lungo termine sia a processi che possano contraddistinguere l’Italia del PNRR fin da subito. A tal proposito il presidente Mario Draghi così si è espresso: «Il PNRR assegna quasi il 40% dei fondi a investimenti per la transizione ecologica, con scadenze definite per i prossimi 5 anni». A conclusione del suo intervento Draghi ha aggiunto: «L’Europa vuole guidare la transizione verde ma non può affrontarla da sola. Il continente produce l’8% delle emissioni globali, la metà degli Stati Uniti e un quarto della Cina. È importante che tutti i paesi prestino fede agli impegni presi, serve il contributo di tutti. La transizione ecologica ha un’importanza esistenziale come individui e come Italia».