Il Green Finance Institute, organizzazione nata nel 2019 allo scopo di osservare e guidare gli investimenti pubblici e privati europei verso la transizione energetica, ha lanciato una coalizione per affrontare il finanziamento della ristrutturazione edilizia in Europa.
Divario da colmare:
È stato calcolato che il settore edilizio europeo è responsabile del 40% dei consumi energetici, più di qualsiasi altro settore, con una produzione di emissioni di gas serra pari al 36%. Per raggiungere zero emissioni entro il 2050, il 97% degli edifici europei, cioè ben 215 milioni, ha bisogno di una ristrutturazione. Per arrivare agli obiettivi 2030 invece sono necessari 3,5 trilioni di euro di investimenti, ma poco meno di uno è stato previsto. Questo significa che i finanziamenti pubblici da soli non sono sufficienti ed è necessaria la collaborazione pubblico-privato. Per esempio in Italia l’82% dei suoi edifici è stato costruito prima della prima legge sull’efficienza energetica e la maggior parte rientra ancora in classe G, quindi bisogna stimolare il recupero del patrimonio edilizio.
Coalizione pubblico-privato:
Per i suddetti motivi il Green Finance Institute ha elaborato il documento “Unlocking the trillions: public-private innovation to deliver EU’s renovation wave ambition” e ha lanciato la coalizione per l’efficienza energetica degli edifici in Europa (CEEB Europe). Dal documento emerge che la maturità del mercato finanziario, l’ambizione politica e un ambiente stimolante sono fondamentali per l’innovazione. La coalizione pubblico-privato tra i leader dei settori finanziario, energetico, immobiliare e politico punta a creare tale serenità. Dal momento che i fondi per il mitigamento del clima previsti nel piano di ripresa europeo da soli non sono sufficienti per l’efficientamento di tutti gli edifici, sarebbero opportune sovvenzioni che stimolino il privato a investire autonomamente.
Stimolare il privato:
I finanziamenti pubblici devono dare l’input all’ondata di ristrutturazioni, ma non sostenerle da soli: «Anche se inferiori rispetto a quanto è necessario, i bilanci di recupero dell’Europa hanno il potenziale per dare il via all’ecologizzazione su larga scala del patrimonio edilizio. È doveroso lavorare con altri privati per ottenere più fondi» ha detto la direttrice generale dell’istituto Rhian-Mari Thomas. CEEB Europe collaborerà con i network e gli attori chiave della finanza e del settore immobiliare dei paesi ambiziosi ad alto potenziale per associare o creare coalizioni a livello nazionale. «Alla COP26 abbiamo sentito rinnovati appelli per la completa decarbonizzazione dell’ambiente costruito. Come spiega questo rapporto, il divario degli investimenti per realizzare queste ambizioni è enorme. Il vero divario è ora quello della collaborazione, attraverso i mondi della finanza, dell’edilizia, della politica, per allineare ambizioni, imprese e strumenti pratici» conclude uno dei collaboratori, il responsabile del Built Environment, Laudes Foundation James Drinkwater.