Tra le decisioni della Cop26 di Glasgow vi è quella di invertire la rotta in termini di deforestazione entro il 2030 e riforestare i territori dei 114 Paesi che hanno partecipato alla conferenza sul clima. Questa necessità diventa ancora più impellente a fronte di una perdita di 158000 ettari di boschi in Italia nel 2021. Lo rende noto il Report Foreste 2021 di Legambiente.
Disposizioni globali:
Con la disposizione della Cop26 i sottoscrittori si impegnano a mettere a disposizione 20 miliardi di dollari per il recupero dei terreni danneggiati, la prevenzione degli incendi e il sostegno alle comunità residenti in territori forestali. A questo si aggiunge il dovere di aumentare le superfici forestali da proteggere e piantare 1000 miliardi di alberi entro il 2030.
Dati mondiali:
I climatologi dell’International Panel on Climate Change (IPCC) nel 2021 hanno rilevato in correlazione alle ondate di caldo anomalo il divampare di incendi estesi e violenti in Siberia, Stati Uniti, Turchia e nel Sud Europa, dal Portogallo alla Francia, dal Portogallo all’Italia. Lo scenario al 2050 prevede un allungamento della stagione degli incendi dell’11% e un aumento delle giornate con pericolosità estrema di circa il 46% rispetto allo storico. Di conseguenza il monitoraggio delle foreste nel suolo europeo si rende indispensabile nella realizzazione degli obiettivi strategici del Green Dealeuropeo, che punta alle zero emissioni nel 2050. In particolare la strategia europea promuove l’adattamento delle foreste europee alle nuove condizioni, agli eventi meteorologici estremi e alla situazione di forte incertezza causata dai cambiamenti climatici.
Il caso Italia:
Oltre 9 milioni di ettari di foreste e quasi 2 milioni di ettari di altre terre boscate costituiscono il patrimonio forestale nazionale, fatto in prevalenza da arbusteti, boschi di neo-formazione e macchia. Complessivamente, le aree forestali coprono il 36,7% del territorio nazionale, pari a 11.054.458 milioni di ettari (14). La consistenza dei boschi italiani, espressa come metri cubi di biomassa è aumentata, in 10 anni, del 18,4%, i valori ad ettaro sono passati da 144,9 a 165,4 metri cubi. Il patrimonio forestale italiano ha la capacità di immagazzinare 1,24 miliardi di tonnellate di carbonio, pari a 4,5 miliardi di tonnellate di CO2 immesse nell’atmosfera. Questa sottrazione di diossido di carbonio dall’aria da parte degli alberi è un contributo fondamentale per mitigare l’innalzamento delle temperature.
Ettari in fumo:
La superficie forestale italiana complessiva negli ultimi 80 anni è triplicata, ma nel nostro Paese sono mancate adeguate strategie per frenare lo spopolamento delle aree interne e montane. Nel complesso, le foreste italiane sono tra le più ricche a livello europeo, ospitando 117 specie differenti soltanto nello strato arboreo (2/3 delle specie arboree europee). Al contempo ben 10 delle 14 categorie forestali ritenute dall’Agenzia Europea dell’Ambiente più rappresentative della variabilità ecologica forestale del continente europeo sono presenti nel nostro Paese. Di contro dal 1980 a oggi gli incendi boschivi hanno interessato 4.061.988 ettari e una media annua di 106.894 ettari. Il 2021 è stato l’anno peggiore: oltre 158 mila ettari di territorio boscato sono andati in fumo con l’87% dei roghi concentrati in Sicilia, Sardegna e Calabria. Una prima risposta del Governo all’emergenza roghi 2021 è arrivata tra la fine di agosto con la dichiarazione dello stato d’emergenza per Calabria, Molise, Sicilia e Sardegna(DL 120/2021). Con il decreto si destinano risorse importanti per la prevenzione degli incendi e il risarcimento dei danni provocati. Questo è fondamentale non solo perché il patrimonio boschivo è un alleato nella lotta al cambiamento climatico, ma anche perché la filiera del legno in Italia è un’importante realtà produttiva in crescita.
Occasioni da cogliere:
Per non perdere le opportunità offerte dai fondi del Green Deal e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) Legambiente esorta chi di dovere ad aumentare la conoscenza del nostro patrimonio forestale, approfondire le dinamiche evolutive e la capacità di stoccaggio di carbonio, la qualità e quantità di biodiversità contenuta negli ecosistemi forestali e concordare i sistemi di monitoraggio più opportuni, sapere come intervenire per ridurre i rischi e mitigare le minacce del cambiamento climatico.