Il laboratorio ENEA CROSS-TEC di Bologna, in collaborazione con le università di Bologna e Parma, il Laboratorio Energia Ambiente di Piacenza, Romagna Tech e le aziende Gruppo Hera, Siram Veolia, Ecospray Technologies, Tper, Idro Meccanica e Buzzi Unicem, sta sviluppando una strategia di produzione di combustibili innovativi a zero emissioni nel ciclo. Il progetto, chiamato E-CO2, è cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna e dal Fondo Sviluppo e Coesione. Esso prevede l’uso di diossido di carbonio e idrogeno verde per combustibili a zero emissioni da impiegare nell’industria, nei trasporti e nel residenziale.
Passo dopo passo:
Il progetto si compone di vari passaggi: calcolo della produzione di CO2 a livello regionale in Emilia Romagna, realizzazione di impianti sperimentali per la produzione di combustibili da anidride carbonica e idrogeno verde, analisi della CO2 catturata durante il processo produttivo, analisi della potenziale filiera per l’utilizzo dei combustibili carbon neutral nei trasporti e nell’industria caratterizzata da importanti emissioni di CO2 da ciclo produttivo, come ad esempio i cementifici. Il progetto inoltre analizza anche combustibili prodotti dalla liquefazione del metano sintetico che potrebbero trovare impiego nei trasporti marittimi o su gomma di lunga percorrenza. Essi potrebbero essere complementari all’elettrico. Un’interazione che non riguarda solo il settore della mobilità, ma anche dell’industria e del residenziale: l’interazione tra le reti elettrica e del gas detta sector coupling. «La possibile sinergia tra tecnologie innovative sostenibili e filiere già presenti costituisce un elemento di assoluto interesse, poiché può generare applicazioni in grado di velocizzare la penetrazione nel mercato delle soluzioni tecnologiche proposte dal nostro progetto», sottolinea Giuseppe Nigliaccio, coordinatore del progetto e ricercatore ENEA.
Sinergia:
«Oltre a produrre combustibili carbon neutral come il metano sintetico e il dimetiletere, la CO2 sequestrata dall’immissione in atmosfera consentirebbe anche di efficientare il ciclo energetico-ambientale di industrie caratterizzate da elevate emissioni di gas serra, come i cementifici» aggiunge Nigliaccio. Riferendosi al caso specifico dell’Emilia Romagna, dove le emissioni di CO2 derivanti dalla produzione di energia e dall’industria rappresentano il 35%, il coordinatore conclude: «La possibilità di implementare soluzioni tecnologiche come queste, all’interno di un tessuto industriale regionale caratterizzato da importanti emissioni di CO2, rappresenterebbe un’opportunità per la decarbonizzazione energetica e il miglioramento della competitività economica».