Per raggiungere l’obiettivo del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 (PNIEC) di avere almeno 6 milioni di veicoli elettrici circolanti in Italia entro il 2030 sono necessari 3,3 milioni di punti di ricarica privata, 31500 colonnine di ricarica pubblica veloce e 78600 colonnine di ricarica pubblica lenta. Per questo il Ministero della Transizione Ecologica ha emanato il decreto ministeriale del 25 agosto 2021, pubblicato in gazzetta il 20 ottobre, relativo all’erogazione di contributi per l’installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici effettuata da persone fisiche nell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, nonché da soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle società (IRES).
Ripartizione dei fondi:
In particolare il fondo istituito è di 90 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture costituite da aree di sosta dotate di molteplici punti di ricarica, con le relative interconnessioni elettriche che i dispositivi richiedono. Le risorse finanziarie sono così ripartite:
- 80% per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture di ricarica dal valore inferiore a 375000€ da parte delle imprese;
- 10% per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture di ricarica di valore complessivo pari o superiore a 375000€ da parte delle imprese;
- 10% per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture di ricarica da parte dei professionisti.
Chi può presentare domanda:
Le imprese che possono beneficiare di tali contributi devono avere sede in Italia, non trovarsi in situazioni di difficoltà e non avere già usufruito di altri contributi pubblici o aiuti che comportino un superamento dei massimali previsti dal regolamento de minimis. I professionisti che volessero beneficiare del contributo devono avere un volume d’affari non inferiore al valore dell’infrastruttura di ricarica per la quale si richiede il contributo (non più di 20000€ per chi applica un regime forfettario) e non avere già ricevuto altri contributi pubblici.
Quanto viene concesso:
Il contributo concedibile ai soggetti beneficiari, che possono presentare solo una domanda, non deve superare il 40% delle spese ammissibili. Nella realizzazione di tali infrastrutture, collocate in territorio italiano, le spese di connessione alla rete elettrica e quelle di progettazione e direzione dei lavori non devono andare oltre il 10% a testa. I beneficiari inoltre devono assicurare il funzionamento della struttura di ricarica almeno per i 5 anni successivi all’installazione e consentire i controlli da parte del Ministero e di Invitalia, che eroga i fondi. I termini per presentare domanda saranno resi noti a breve attraverso un altro decreto.