L’Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri (UNIRIMA), associazione autonoma prima in Italia che si occupa del recupero, riciclaggio e commercio della carta da macero, ha stilato un rapporto 2021 molto positivo per la nazione. Essa infatti ha calcolato che l’Italia nel 2020 ha superato con ben 15 anni di anticipo gli obiettivi fissati dall’Unione Europea in merito al riciclo della carta.
87,5% di carta riciclata nel 2020
Nello specifico la penisola nel 2020 ha raggiunto un tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici pari all’87,5%, laddove la UE aveva posto la scadenza del 2035 per il raggiungimento del solo 85%. Tale valore si colloca ben al di sopra della media europea, che nel 2020 si aggirava intorno al 73,9%. Questo è stato reso possibile dalla presenza di 600 impianti con 20000 addetti per il trattamento di carta e cartone provenienti dalle raccolte differenziate sia dei Comuni (rifiuti urbani) sia delle attività commerciali, artigianali, industriali e terziarie (rifiuti speciali).
Da rifiuto a prodotto
Il comparto della carta riciclata è un ottimo esempio di economia circolare, poiché il materiale può essere totalmente riciclato e venduto alle cartiere. In Italia la carenza di fibre da legno ha reso necessariamente il settore del riciclo di carta un pilastro dell’economia circolare, producendo materia prima secondaria (end of waste) per sostituire quella vergine. Carta e cartone hanno cessato di essere considerati rifiuti e sono divenuti trainanti nell’economia circolare soprattutto dopo l’approvazione del Decreto 22 settembre 2020, n. 188 entrato in vigore nel 2021. Esso regolamenta in modo severo le modalità di riciclo di carta e cartone, così da passare da rifiuto a prodotto. In Italia il totale della carta raccolta è di 7 milioni di tonnellate: da essi provengono i 6,77 milioni di tonnellate di carta da macero in uscita dagli impianti di recupero nel 2020. Di questi, 4,96 milioni di tonnellate sono stati usati nel mercato interno e i rimanenti 1,81 milioni di tonnellate esportati.
Più cartone, meno carta nel 2020
Nell’anno della pandemia la produzione cartaria è stata di 8,53 milioni di tonnellate, poco meno del 2019. Di questa quantità il 56% era costituito da imballaggi, il restante 44% da altri tipi di carta, come quelle grafiche o per uso igienico-sanitario. Tali numeri sono frutto di un boom dei settori e-commerce e delivery in pieno lockdown a svantaggio della carta stampata con le edicole chiuse o poco frequentate.
Aiuti dal PNRR
Per il momento il settore della carta da macero riceve aiuti dal PNRR, che prevede 59,47 miliardi di euro per l’attuazione di iniziative nell’ambito della “Rivoluzione verde e la transizione ecologica”. Di questi 600 milioni di euro sono volti all’implementazione di “progetti faro di economia circolare” come il riciclo di carta e cartone. 1,5 miliardi sono destinati alla realizzazione o ammodernamento di impianti di gestione dei rifiuti urbani per colmare il divario Nord-Sud. Infatti il 51% della raccolta differenziata comunale proviene dal Nord Italia, il 23% dalle regioni del Centro e il restante 26% da Sud e Isole. Il Meridione ha un trend in crescita negli ultimi anni, ma non basta. Per migliorare questi risultati, non soltanto nel settore privato, UNIRIMA sostiene che bisognerebbe premiare le attività economiche che affidano la gestione dei rifiuti al mercato del riciclaggio con la detassazione.