Ammonta a 34,6 miliardi di euro il costo totale dei sussidi ambientalmente dannosi in Italia nel 2020, e l’anno scorso sono stati pochissimi i tagli fatti. Eppure, 18,3 potrebbero essere eliminati già entro il 2025. Lo rivelano i dati raccolti da Legambiente nel nuovo report “Stop sussidi ambientalmente dannosi.

I sussidi sono suddivisi tra i settori energia, il più numeroso, con 24 diversi sussidi, per complessivi 12,86 miliardi di euro l’anno; il settore trasporti con 15 voci e 16,6 miliardi di euro di sussidi tra diretti e indiretti; il settore agricolo con 5 voci e 3,1 miliardi di euro; quello edile con 1,1 miliardi di euro l’anno distribuiti in 3 voci e quello legato alle concessioni ambientali con 812,59 milioni di euro l’anno e 4 diverse voci da attenzionare di sussidi indiretti.

Secondo Legambiente, di questi 34,6 miliardi, 18,3 sono eliminabili entro il 2025 cancellando i sussidi per le trivellazioni, i fondi per la ricerca su gas, carbone e petrolio; ma anche le agevolazioni fiscali per le auto aziendali, il diverso trattamento fiscale tra benzina gasolio, gpl e metano, il Capacity Market per le centrali a gas e l’accesso al superbonus per le caldaie a gas.

Dal 2011 ad oggi, sottolinea Legambiente, sono stati circa 136,4 i miliardi di euro stanziati tra finanziamenti diretti a centrali che utilizzano petrolio, gas e carbone, che inquinano e producono emissioni gas serra. Ma anche sconti su tasse – accisa, iva e credito d’imposta – per una lunga lista di utilizzi di benzina, gasolio, gas – nei trasporti, nel riscaldamento, nelle industrie.