Una buona notizia per i cittadini pugliesi che già a partire dal prossimo autunno, potranno partecipare al bando per accedere ai contributi regionali che prevedono uno stanziamento di ben 7 milioni di euro.


Lo avevamo anticipato proprio sulle pagine del nostro magazine con un’intervista ad Antonio Trevisi, l’ex consigliere regionale che ha portato avanti la proposta del Reddito energetico diventata finalmente legge.

La Giunta Regionale ha approvato il regolamento che disciplina il funzionamento di questa misura innovativa che permetterà di sostenere lo sviluppo delle energie rinnovabili e nel contempo di contrastare la povertà attraverso l’installazione gratuita dei pannelli per le famiglie più bisognose e i conseguenti notevoli risparmi sui costi delle bollette.

A commentare la notizia anche Riccardo Fraccaro, deputato del Movimento 5 Stelle, già ministro per i Rapporti con il Parlamento e sottosegretario alla presidenza del Consiglio nei due governi guidati da Giuseppe Conte:


«Si tratta di un grande traguardo per il Movimento 5 stelle e io ne sono particolarmente orgoglioso perché ho ancora ben presente il primo esperimento che coinvolse il sindaco di Porto Torres, Sean Wheeler, con il quale inaugurammo ufficialmente un modello in grado di coniugare tutela ambientale, politiche sociali e sviluppo del territorio. Spero che dopo la Puglia, altre Regioni seguano questa strada affinché sempre più case siano efficienti e a basso consumo energetico per permettere a tutto il Paese una crescita economica e sociale ecologica e sostenibile grazie a una misura che permette contemporaneamente di produrre energia da fonti rinnovabili e di aumentare il reddito delle famiglie italiane. La rivoluzione verso un modello di società sostenibile è un’opportunità immensa per migliorare la nostra società se portata avanti con visione e lungimiranza».


L’intervista ad Antonio Trevisi

E’ stato il primo firmatario della norma a livello regionale, oggi finalmente l’approvazione del regolamento da parte della Giunta, un importante risultato raggiunto da Antonio Trevisi che ci ha spiegato come è nata questa idea.

Dott. Trevisi, come nasce l’idea di questa proposta poi diventata legge?


«La proposta nasce da un’idea del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Riccardo Fraccaro ed è stata sperimentata per la prima volta con successo dal Comune di Porto Torres, in Provincia di Sassari; Fraccaro insieme al Sindaco del Comune di Porto Torres, dopo una serie di incontri con il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), hanno provveduto alla redazione di un regolamento comunale per dare avvio al “Reddito energetico”.
L’intuizione è stata geniale perché mette insieme una misura di contrasto alle povertà e strumenti incentivanti per lo sviluppo delle energie rinnovabili. È noto che i recenti sviluppi nel settore delle energie rinnovabili stanno favorendo la diffusione di un modello di generazione dell’energia sempre più diffuso. Ed proprio nell’ambito di questo contesto che si colloca la proposta di legge che istituisce in Puglia il cd. “Reddito energetico regionale”, da realizzare attraverso la previsione di contributi concessi dalla Regione per l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici sulle coperture delle case dei cittadini.
La quota di energia prodotta in eccesso viene venduta in rete e i proventi sono percepiti dalla Regione e reinvestiti per alimentare la misura. Il Reddito energetico rappresenta uno strumento indispensabile per rendere lo sviluppo economico del territorio sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale e inclusivo da punto di vista sociale».

Quali sono gli obiettivi della normativa?

«La legge che abbiamo proposto ha l’obiettivo di investire risorse pubbliche per favorire la creazione di sistemi di autoproduzione e generazione diffusa, che garantiscono autonomia e partecipazione nel processo di generazione dell’energia e permettono la creazione di un modello di economia solidale nel settore energetico, consentendo a tutti di essere utenti attivi (prosumer).
In questo modo la diffusione delle fonti rinnovabili potrà basarsi su modelli di sviluppo più razionali e sostenibili, in grado di salvaguardare l’ambiente, il paesaggio e la salute dei cittadini, oltre che di sostenere i cittadini abbattendo i costi delle bollette.
Da oggi con l’approvazione della misura sarà possibile favorire l’utilizzo delle fonti di energia locali, una maggiore sicurezza locale degli approvvigionamenti energetici, minori distanze di trasporto e ridotta dispersione energetica, la coesione delle comunità grazie alla disponibilità di fonti di reddito e alla creazione di posti di lavoro a livello locale, l’aumento dell’efficienza energetica delle famiglie e la lotta alla povertà energetica mediante la riduzione dei consumi e delle tariffe di fornitura».

Quali sono gli stanziamenti previsti?


«È prevista la concessione da parte della Regione di un contributo a fondo perduto, fino ad un massimo di euro 6.000,00, da destinare: alle utenze domestiche, per l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici o solari termo-fotovoltaici o microeolici. In questo caso, una quota massima del 20 % del contributo può essere utilizzata per l’acquisto e l’installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria;
alle utenze condominiali, per l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici o microeolici. In questo caso, è possibile prevedere sistemi di accumulo e il contributo totale massimo sarà pari ad euro 8.500,00.
La misura si alimenta attraverso:
uno stanziamento iniziale di euro 5.600.000,00 a valere sulla quota dell’aliquota idrocarburi trasferita alla Regione Puglia dal Ministero dello Sviluppo economico previa sottoscrizione di un’Intesa;
gli importi dei crediti maturati dai beneficiari per l’energia immessa in rete rispetto a quella prelevata, in ragione del servizio di scambio sul posto».

In che modo verrà messo in atto il “reddito energetico”?

«La misura del “Reddito energetico regionale” prevede l’istituzione di un fondo regionale per incentivare la diffusione, in via prioritaria tra le fasce più deboli della popolazione, di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile.
La Regione concede un contributo a fondo perduto alle utenze domestiche o condominiali, per incentivare l’acquisto e l’installazione di impianti rinnovabili, dando priorità nella concessione dei contributi ai cittadini in condizioni di disagio socioeconomico. L’energia prodotta dovrà essere autoconsumata dai cittadini per le proprie necessità, mentre quella in eccesso verrà venduta in rete e i relativi proventi saranno percepiti dalla Regione e reinvestiti per rialimentare la misura.
I beneficiari del contributo hanno l’obbligo:

di sottoscrivere una convenzione con il GSE per l’attivazione del servizio di scambio sul posto dell’energia prodotta dai suddetti impianti;


di cedere alla Regione gli eventuali crediti maturati nei confronti del GSE in ragione del servizio di scambio sul posto.

I criteri di selezione dei beneficiari favoriscono in via prioritaria:
per le utenze domestiche, i nuclei familiari in stato di indigenza, quelli più numerosi, quelli in cui sono presenti soggetti affetti da invalidità o handicap, gli anziani e le giovani coppie;
per le utenze condominiali sono previsti specifici punteggi sulla base, ad esempio, del numero di unità abitative ad uso residenziale presenti nel condominio.


Ulteriori punti possono essere attribuiti a favore degli utenti che certificano la realizzazione di interventi per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto presente sui tetti.


Soprattutto in questa fase di emergenza da Covid19, la misura del reddito energetico costituisce uno strumento di rilancio economico per favorire il progressivo incremento delle utenze beneficiarie del consumo gratuito dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili permettendo di superare situazioni di povertà energetica, oltre a rappresentare un’occasione di sviluppo del tessuto economico locale e una misura per contribuire a ridurre le emissioni climalteranti».

In cosa consiste il bonus per rimuovere l’amianto dai tetti?


«Abbiamo proposto di inserire tra i criteri di selezione dei beneficiari della misura l’attuazione di interventi volti a rendere più verdi pulite ed efficienti le abitazioni, per contribuire realmente a innalzare il livello di efficienza energetica delle abitazioni e per incentivare gli utenti a rimuovere l’amianto ancora presente su alcune abitazioni. In particolare, questo ultimo intervento, laddove effettuato dall’utente e correttamente certificato gli permetterà di conseguire un maggiore punteggio ai fini dell’accesso al beneficio del reddito energetico».

In che modo la Puglia può continuare a promuovere il ricorso alle energie rinnovabili abbattendo le emissioni nocive?


«È noto l’impatto ambientale e sanitario dell’utilizzo delle fonti fossili nel settore della produzione energetica, inoltre l’eccessiva diffusione di impianti rinnovabili di grande taglia incide sul consumo di suolo e sul paesaggio per questo anche in Puglia è importante assicurare un giusto equilibrio tra gli obiettivi di diffusione della produzione di energia da fonte rinnovabile con gli obiettivi di tutela del paesaggio, di qualità dell’aria e dei corpi idrici, di salvaguardia della biodiversità e di tutela del suolo.
Per fare ciò è importante mettere il cittadino e le piccole e medie imprese al centro del sistema, per renderli protagonisti e beneficiari della trasformazione energetica, favorendo l’evoluzione del sistema energetico, in particolare nel settore elettrico, da un assetto centralizzato a uno distribuito, basato prevalentemente sull’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Se non agiamo in questo modo il rischio è quello di vedere peggiorare gli effetti dei cambiamenti climatici, particolarmente evidenti in Puglia, come nel resto d’Italia.

È importante incentivare azioni di mitigazione che siano in linea con i meccanismi del Protocollo di Kyoto e con le decisioni assunte a Parigi nel corso della COP21, per ridurre le emissioni di gas serra e l’uso di fonti fossili ed incentivare l’efficientamento energetico e le fonti rinnovabili e le misure di risparmio della risorsa idrica, oltre che interventi di adattamento agli effetti causati dai cambiamenti climatici. Misure come quella del reddito energetico sono in grado di promuovere il coinvolgimento dei cittadini nella gestione della produzione energetica locale, incentivando le energie da autoconsumo nelle città, per arrivare alla cessazione della produzione termoelettrica a carbone in linea con gli obiettivi nazionali della Strategia energetica nazionale. Per questo è importante lavorare come sta facendo il Governo nazionale che ha esteso la misura del reddito energetico a livello nazionale, inserendo nel Piano Sud 2030 un intervento volto alla creazione di un ‘Fondo Nazionale Reddito Energetico’ per l’acquisto di impianti fotovoltaici per potenziare le politiche di coesione sociale favorendo la svolta ecologica nel Mezzogiorno. Non dimentichiamo, infine, gli enormi vantaggi che potranno derivare dalla diffusione delle comunità energetiche, che in Puglia abbiamo promosso con una mia proposta di legge e che il Governo sta incentivando a livello nazionale attraverso la definizione delle prime prescrizioni tecniche per permetterne la diffusione. Le comunità energetiche hanno l’obiettivo di gestire un sistema energetico locale senza finalità di lucro: un’organizzazione volta a svolgere attività di produzione e distribuzione energetica in base alle mutualistiche esigenze della stessa comunità.
Per uno sviluppo verde e sostenibile della nostra Regione bisogna partire da questi strumenti».