“Le rinnovabili non fanno rincarare il prezzo dell’energia, come sostengono alcuni studi, in particolare quelli di Nomisma, ma, al contrario, possono abbassarlo e agire anche come calmierante dei prezzi“. Lo afferma il presidente del Coordinamento Free, Livio de Santoli intervenendo nel dibattito scatenato dal forte rialzo sui prezzi dopo l’aggiornamento trimestrale di Arera. “Il problema, come in tutte le attività industriali, è la programmazione. Se non si fanno politiche industriali, si è in balia delle oscillazioni dei mercati, dove basta una concomitanza di effetti come quelli di un’offerta scarsa e di ripresa dei consumi“.
I prezzi della materia prima gas, in particolare – rileva Free – sono quasi raddoppiati in un anno, per i maggiori consumi per condizionamento e per una minore produzione da fonti rinnovabili, che ha comportato una maggiore domanda di gas dalle centrali elettriche, proprio mentre l’offerta segue gli andamenti delle disponibilità sui mercati internazionali. Inoltre, il rialzo del prezzo della tonnellata di CO2, che ha raggiunto la cifra record di 55 euro, era prevedibile sulla base degli stringenti impegni UE sul taglio delle emissioni dei gas serra e dovrebbe essere benvenuto perché essenziale nella marcia verso la decarbonizzazione.
Invece in Italia, nel 2015, grazie all’incremento negli anni precedenti della produzione elettrica da fonti rinnovabili, queste erano già arrivate a coprire quasi il 35% dei consumi elettrici, ma per una serie di provvedimenti penalizzanti (tra cui lo spalmaincentivi e una pesante complicazione autorizzativa) tale crescita delle rinnovabili è stata interrotta, tanto che tuttora coprono grosso modo la stessa percentuale di sei anni fa. Viceversa, se si fosse consentito alle rinnovabili di continuare a crescere, oggi esse coprirebbero, come in Germania, più del 40% dei consumi elettrici, riducendo in misura significativa l’effetto del maggior costo del gas.
“Imputare il rincaro dell’energia e la questione del prezzo della CO2 in aumento dando la colpa alle rinnovabili significa commettere un errore grossolano, perché il far pagare la CO2 cara è un imperativo per la lotta al cambiamento climatico i cui effetti sono già presenti ora” aggiunge de Santoli. “Questo è un altro motivo per utilizzare le rinnovabili, visto che non emettono CO2. E una cosa deve essere chiara: fino a quando a livello di politiche industriali non si prenderanno delle decisioni positive volte a far sviluppare con decisione le rinnovabili, non avremo una riduzione dei prezzi dell’energia” conclude il presidente del Coordinamento Free.