L’Italia potrebbe in futuro risparmiare fino a 8,7 megatonnellate di CO2 equivalente all’anno, pari a 60 milioni di voli da Londra a Berlino, attraverso il ricorso allo smart working. È quanto emerge da un nuovo studio di Carbon Trust, associazione non a scopo di lucro istituita nel 2001 per aiutare le Organizzazioni a ridurre il loro impatto ambientale, e commissionato dal Vodafone Institute for Society and Communication, il think-tank europeo del Gruppo Vodafone.
Lo studio Homeworking – condotto in cinque Paesi europei (Repubblica Ceca, Germania, Italia, Spagna, Svezia) e Regno Unito – ha calcolato la quantità di emissioni di carbonio risparmiate grazie al lavoro da remoto prima, durante e – con proiezioni – dopo la pandemia e con particolare attenzione al pendolarismo e alle emissioni degli uffici.
Per ogni persona che lavora in modalità agile in Italia, calcola lo studio, il risparmio sarebbe equivalente a oltre una tonnellata (1.055 kg) di CO2e, pari a più di sette voli passeggeri da Berlino a Londra. Lo studio calcola anche che in futuro circa 8,23 milioni di posti di lavoro in Italia (36%) potranno essere svolti da remoto e che le persone in media lavoreranno da casa circa due giorni alla settimana (1,9). Anche la sede di Milano di Vodafone Italia ha registrato una riduzione delle emissioni di CO2e nel corso della pandemia: in un anno sono state risparmiate più di mille tonnellate di CO2e.
Durante il lockdown il numero di lavoratori da remoto in Italia è salito – nella fase acuta dell’emergenza – fino a 6,58 milioni (secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano), ciascuno dei quali ha lavorato da remoto in media 2,7 giorni a settimana. Ciò si è tradotto in un risparmio di emissioni di carbonio di 1,861 chilogrammi di CO2e per ciascuno, in aumento del 112% rispetto al periodo pre-Covid, afferma lo studio.