“Il Recovery Plan del Governo italiano non è un buon piano per il clima: dei 235 miliardi di euro totali, solo il 16% prevede una spesa verde molto valida, contro un riferimento della Ue del 37%“. A dirlo è un’analisi di un gruppo di think tank – Ecco, E3G e Wuppertal Institute – pubblicata sul sito in comune Green Recovery Tracker.
Spesa per il clima ferma al 13%
Secondo l’analisi, le nostre misure per il clima sono le più modeste, su scala europea. Del pacchetto totale per il risanamento, l’Italia ha una quota di spesa considerata “molto buona” che si ferma al 13%. Molto meglio la Germania, con il 21%, la Francia con il 23% e la Spagna con il 31%. Non c’è un impulso per la transizione energetica e la decarbonizzazione, osservano gli autori del lavoro, secondo i quali il piano rispetta l’assegnazione contabile delle risorse come da regolamento europeo ma è inefficace nei tre pilastri della decarbonizzazione: lo sviluppo delle fonti rinnovabili, la promozione dell’efficienza energetica e dell’infrastruttura per la mobilità elettrica.
I diversi progetti contabilizzati per il clima perseguono in realtà finalità diverse, disperdendo le risorse, e mostrano dei costi non proporzionali agli obiettivi climatici. Il piano, nel complesso, strizza l’occhio al gas, con significative misure di sostegno al settore del biometano e dell’idrogeno, combinate all’assenza di una strategia per l’elettrificazione dei consumi finali. Caldaie a gas e autobus a gas potranno essere acquistati con i soldi del Recovery Plan, rallentando la penetrazione di pompe di calore e bus elettrici.
Non ci saranno altre occasioni come il Recovery
“E’ il piano più importante e l’Europa ha bisogno di mostrare il successo della sua politica di risposta alla crisi da Covid-19. Il carisma di Draghi in Europa permette di fare questo, ma un buon piano per l’Europa non è un buon piano per il clima in Italia. Con il progredire della legislazione europea sul clima nei prossimi anni è probabile che i diversi progetti dovranno maggiormente convergere sugli obiettivi di decarbonizzazione, ma per ora si tratta di un’occasione mancata” commenta Matteo Leonardi, co-fondatore di ECCO think tank. “Il piano dell’Italia non ha del tutto soddisfatto il potenziale della rivoluzione verde promessa da Draghi. Essendo l’Italia il più grande destinatario di risorse europee, è positivo vedere investimenti tanto necessari nella transizione energetica. Tuttavia, la soglia del 37% è raggiunta solo con un approccio puramente contabile di progetti che non necessariamente saranno efficaci per il clima. In questo momento storico, è più importante che mai garantire il miglior utilizzo delle risorse pubbliche. C’è ora un ruolo importante per la Commissione nell’elaborare raccomandazioni chiare e forti nelle prossime settimane per correggere la rotta” afferma Elisa Giannelli, Policy Advisor, E3G.