“Senza un’azione decisa sulla proroga immediata del Superbonus al 2023, in tutte le sue emanazioni, e sulla semplificazione dello strumento si spegnerà uno dei grandi motori della ripresa del Paese”.
Lo ha detto Gabriele Buia, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), il 13 maggio scorso, nel corso dell’audizione informale sull’applicazione del superbonus 110% presso le Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera.
“Di settimana in settimana – ha ricordato Buia -, i dati forniti dall’Enea confermano la continua crescita del numero dei cantieri, in tutta Italia. Anche se in realtà lo strumento è operativo da pochissimi mesi, i dati sono molto incoraggianti: circa 13.000 interventi, con una prevalenza delle case unifamiliari, per un totale di 1,6 miliardi di euro, con un importante impatto anche in termini di posti di lavoro“.
Nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il Superbonus rappresenta, secondo i costruttori, uno strumento unico per avviare un concreto processo:
- di sviluppo sostenibile e di miglioramento ambientale, non a caso è citato dalla Commissione Ue come esempio di misura per attuare il ‘Green Deal’;
- di rilancio rapido e di crescita del PIL e di buona occupazione: costruzioni 22% PIL e 1 miliardo investito porta 3,5 miliardi di benefici e 15.500 posti di lavoro;
- di miglioramento della qualità e di valorizzazione del patrimonio immobiliare. Immobili: 40% delle emissioni di CO2 / obiettivi UE di riduzione di questo peso.
Il PNRR però non ha indicato chiaramente quale sarà il futuro di questa misura. Al riguardo, pur avendo il Presidente Draghi sottolineato la volontà di prorogarlo a tutto il 2023, per sostenere pienamente la ‘rivoluzione verde’ alla base del Piano, ad oggi – sottolinea Ance – non c’è alcuna garanzia che questo avvenga, se non un impegno a rivedere il tutto con la prossima Legge di Bilancio.
Anche il recente decreto ‘Fondo complementare’ (DL 59/2021), che dispone la proroga a fine 2022 per i condomini, senza alcuna condizione, è ritenuto dai costruttori largamente insufficiente e parziale.
In questo clima di incertezza, secondo Ance, è impensabile si possano programmare attività, investimenti, assunzioni e con tempi così brevi la scarsità di offerta spinge in alto i prezzi dei materiali: è una pura illusione che i condomìni siano in grado di deliberare, progettare, affidare lavori e aprire i cantieri e concluderli in tempo.
Ance calcola che in un condominio, il tempo complessivo richiesto dall’inizio delle procedure alla fine dei lavori è mediamente di 18 mesi. Per il Superbonus occorrono 36 procedure complesse, suddivise in 8 fasi, da mettere in fila, nonché:
- almeno 5 assemblee prima di avviare i lavori;
- attese anche di 6 mesi per accedere ai documenti di alcuni Comuni per la verifica della conformità edilizia;
- circa 40 documenti da caricare nelle piattaforme per la cessione del credito;
- incidenza del fattore climatico che allunga i tempi di realizzazione;
- i progetti di demolizione e ricostruzione, che sono la vera rigenerazione urbana, hanno bisogno di tempi più lunghi, connessi a tutta la fase di acquisizione del vecchio immobile, della sua demolizione, della ricostruzione e della successiva vendita che deve comunque avvenire entro la scadenza dell’agevolazione, oggi fissata al 30 giugno 2022. Con questi progetti, è possibile ottenere il top dell’efficientamento energetico e della messa in sicurezza sismica delle abitazioni delle famiglie italiane. Ma con tempi così stretti (è rimasto poco più di un anno), si bloccano le operazioni.
Il Presidente Buia ha quindi individuato le priorità in materia di semplificazione:
- semplificare l’accertamento dello stato legittimo degli edifici. Secondo una indagine Ance, per circa il 37% delle imprese la principale difficoltà nell’attuazione del superbonus riguarda la verifica della conformità edilizia, legata per lo più all’inerzia della P.A. di rilasciare, in maniera preventiva, i titoli edilizi. In alcuni casi ci vogliono 6 mesi. La proposta è di prevedere sempre la CILA (con esclusione solo degli interventi di demolizione e ricostruzione) e, come già previsto nella modulistica per la presentazione della pratica, non richiedere le verifiche di conformità ma indicare esclusivamente gli estremi del solo titolo che ha autorizzato la costruzione dell’immobile superando così anche il problema della decadenza dal beneficio fiscale;
- semplificare le procedure di rilascio dell’autorizzazione per gli immobili ricadenti in zona paesaggistica. Si propone una procedura speciale che riduca fortemente i termini (30 giorni) demandando alla sola Sovrintendenza il rilascio dell’autorizzazione ordinaria e al Comune quella semplificata;
- estendere l’agevolazione agli immobili delle imprese;
- intervenire sulla demolizione-ricostruzione in caso di piani di recupero. Secondo Ance, è necessario rendere fruibile l’agevolazione anche per le demolizioni ricostruzioni realizzate nell’ambito di piani urbanistici di recupero approvati prima del 1° gennaio 2017 anche se la demolizione è stata eseguita prima di questa data.
In sintesi, Ance chiede di fare in modo che il superbonus possa dispiegare fino in fondo i propri effetti positivi, e di dare certezze sull’estensione dello strumento almeno a tutto il 2023 e sulla semplificazione delle procedure di accesso, per consentire lo svolgimento degli interventi più complessi, che solo nelle ultime settimane stanno partendo.