La povertà energetica in Italia è un fenomeno in costante crescita, che colpisce oltre due milioni di famiglie: a incidere particolarmente sui loro bilanci è la spesa termica, che può arrivare, in casi eccezionali, a superare i 3 mila euro annui. È il quadro che emerge dal terzo rapporto di Legambiente “Civico 5.0: edizione edilizia popolare”, presentato stamani. Sotto esame dispersioni termiche, sprechi elettrici, inquinamento indoor e acustico, più un focus sull’edilizia popolare.
Sebbene dall’inizio del 2021 gli interventi di efficientamento siano cresciuti del 514%, questi hanno interessato le categorie di famiglie più agiate, procedendo a ritmi troppo lenti nell’edilizia pubblica e, soprattutto, nelle periferie.
Altrettanto lenti, se non del tutto inesistenti, gli strumenti per facilitare l’accesso agli incentivi delle famiglie in difficoltà, non in grado di sostenere i costi extra bonus.
Per Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente, “mancano interventi e politiche focalizzati sugli edifici con residenti in povertà energetica, senza dimenticare scuole e uffici dove i processi sono più lenti”.
In Italia, ricorda Legambiente, tra edilizia pubblica e privata si contano oltre 12 milioni di edifici a uso residenziale, il 60% dei quali ha più di 45 anni ed è stato realizzato prima di ogni normativa sulla sicurezza statica e l’efficienza energetica. Un settore, quello civile, da cui derivano il 27% delle emissioni climalteranti e il 28% dei consumi, con 47 Mtep di energia (in crescita) e una spesa di 40,8 miliardi di euro per le famiglie.
Energia in Comune ha affrontato il tema della povertà energetica nel suo ultimo numero con l’architetto Kristian Fabbri che ha spiegato nei dettagli la natura e la portata di questo fenomeno. Per leggere l’articolo clicca qui