In tutto il mondo c’è una capacità di stoccaggio sottoterra dell’anidride carbonica (il principale gas serra) che va dagli 8.000 ai 55.000 miliardi di tonnellate. Lo sostiene uno studio dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea).
Secondo la Iea, i costi per interrare l’anidride carbonica variano a seconda dei territori, ma nella metà dei casi sono sotto i 10 dollari a tonnellata. Le potenzialità maggiori per la cattura e stoccaggio del carbonio (CCS, Carbon Capture and Storage) sono in Russia, Nord America e Africa. Il 70% delle attività che emettono CO2 in Cina, Europa e Usa si trovano entro 100 km da un possibile deposito.
L’anidride carbonica viene iniettata sottoterra per ridurre le emissioni climalteranti in atmosfera di attività industriali ed energetiche. I depositi sotterranei possono essere formazioni saline, giacimenti esauriti di petrolio e gas, miniere di carbone non sfruttabili, rocce di scisto, formazioni di basalto.
La Iea calcola che, per contenere il riscaldamento globale, la necessità mondiale di cattura e stoccaggio del carbonio passerà dagli attuali 40 milioni di tonnellate all’anno a 5.000 milioni di tonnellate all’anno nel 2050. Sempre secondo lo studio dell’agenzia, per mantenere l’aumento delle temperature entro i limiti dell’Accordo di Parigi (2 gradi dai livelli pre-industriali) occorre catturare 220 miliardi di tonnellate di CO2 fra il 2020 e il 2070.
La CCS è fortemente avversata dagli ambientalisti, che ritengono sia un processo costoso e pericoloso per l’ambiente, e che serva solo a rallentare l’abbandono delle fonti fossili di energia. Negli Stati Uniti il Dipartimento dell’Energia ha avviato 7 grandi impianti sperimentali di cattura e stoccaggio del carbonio e altri 19 più piccoli. Altri due grandi impianti di CCS si trovano al largo della Norvegia (Sleipner) e in Canada (Weyburn-Midale). Sperimentazioni sono in corso in Cina, Australia ed Europa.