Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano e quello delle Foreste Casentinesi entrano nella “Green List” della Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, ong che ha più di 1.200 organizzazioni affiliate, di cui 200 governative) mentre il Parco nazionale del Gran Paradiso rinnova la presenza per la terza volta dal 2014. Lo rendono noto Federparchi e la sezione italiana di Europarc precisando che sono dieci le aree protette che entrano nella lista: all’Italia, si aggiungono parchi francesi, svizzeri e della Corea del Sud. Secondo la Iucn globale, salgono a 59 i parchi naturali della Green List, distribuiti in 16 paesi.
“E’ un riconoscimento – commenta il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani – che fa onore all’Italia, Paese dalla natura magnifica che sa valorizzare questa preziosissima risorsa. Un riconoscimento, non solo in termini di biodiversità ma anche nella gestione complessiva, che ci incoraggia ad ampliare la rete delle aree protette e a investirvi con convinzione. I parchi nazionali italiani saranno anche tra i protagonisti del Pnrr“.
Si tratta del riconoscimento di grande valore internazionale, spiega la nota, “che premia le eccellenze mondiali delle aree protette e che rappresenta un programma di certificazione per quelle che risultano le migliori in termini di conservazione naturalistica e gestione sostenibile. La comunicazione ufficiale è giunta dalla sede svizzera della Iucn, il massimo organismo mondiale per la conservazione della natura“. Il riconoscimento “rendiconta gli impegni quotidiani nei quattro piloni strategici definiti dalla governance, dalla programmazione, dal management e dai risultati di conservazione. Rilevanti, tuttavia, sono anche gli aspetti che riguardano la partecipazione e la condivisione con le comunità e il territorio in materia di sostenibilità, valutata anche per quanto riguarda infrastrutture e attività produttive all’interno del perimetro dell’area protetta“.
Federparchi, in collaborazione con il ministero della Transizione Ecologica, segue e accompagna le aree protette italiane nel complesso iter di acquisizione di questa prestigiosa certificazione internazionale. “Sono molto orgoglioso – ha affermato Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi e anche del Parco dell’Arcipelago Toscano – di questo risultato, sia per quanto riguarda il parco da me presieduto che per gli altri due. Federparchi sta seguendo il percorso di certificazione delle Green List in Italia e sono certo che ben presto altri parchi si aggiungeranno all’Arcipelago Toscano, alle foreste Casentinesi e al Gran Paradiso a dimostrazione dell’eccellenza raggiunta nella gestione del nostro enorme patrimonio naturalistico. Voglio ringraziare per questo importante risultato sia lo staff del Parchi che hanno lavorato con impegno e costanza per raggiungere quest’obiettivo, sia quello di Federparchi che li ha assistiti con competenza, sia la Iucn e Egle Italia che pur nel ruolo rigoroso di valutatori ci hanno aiutato a capire meglio i meccanismi per raggiungere questa prestigiosa certificazione“.
La Green List Iucn, si legge nel comunicato, “si basa su uno specifico standard (Green List Global Standard) per la corretta applicazione della certificazione alla scala delle diverse nazioni ed aree protette“.
Con il supporto di Federparchi, “sono diversi i parchi nazionali e le aree marine protette che hanno avviato il processo per entrare nella ‘Green List’, riconoscimento che rappresenta uno stimolo per gli altri parchi nazionali e le aree marine protette a proseguire nel percorso per raggiungere l’eccellenza nella gestione del nostro patrimonio naturalistico” spiega il ministero della Transizione ecologica.
Il programma “Green List” delle aree protette dell’Iucn, prosegue il ministero, “ha l’obiettivo di verificare la qualità della gestione delle aree protette e di stimolare una costante crescita in tal senso, certificando le eccellenze mondiali ovvero quelle che offrono validi risultati di conservazione. La ‘Green List’ si basa su uno specifico standard, adattato alle esigenze locali poiché è composto da una serie di parametri qualitativi atti a misurare e migliorare le performance delle aree protette, al fine di raggiungere elevati obiettivi di tutela e di governance del loro territorio. Una certificazione – aggiunge il dicastero – che premia l’impegno, oltre che nella governance, nella programmazione, nel management, nei risultati di conservazione, nella condivisione con il territorio dal punto di vista della sostenibilità“.
Da tempo l’Italia, rileva il Mite, “manifesta il suo impegno per la conservazione della biodiversità con un’attenzione particolare al ruolo trainante che possono avere le aree protette come aree pilota per coniugare conservazione e sviluppo sostenibile e pertanto, fin dall’inizio, ha sostenuto il processo di certificazione Iucn Green list“.