“Il Piano deve passare dalle evidenze scientifiche ed essere coerente con gli scenari di decarbonizzazione ai quali le politiche nazionali non sono ancore allineate. Manca una visione forte per la decarbonizzazione e progetti significativi: rinnovabili elettriche e i relativi sistemi di accumulo, elettrificazione dei trasporti, efficienza energetica negli edifici“. Questo il bilancio dell’evento on-line, ‘Il Piano Italiano di Ripresa e Resilienza (Pnrr): analisi comparativa e buone pratiche europee’, promosso dal Wwf Italia, organizzato insieme con il think tank ECCO, E3G e l’Istituto Wuppertal, che ha messo a punto l’analisi del Green Recovery tracker, una piattaforma ad hoc che fornirà una valutazione sull’allineamento delle misure nazionali di ripresa con la transizione verde, e consentirà alle Nazioni e all’Unione europea di seguire da vicino il processo.
Sui Piani, in Europa ci sono alcuni esempi. “In Spagna – viene spiegato – l’occasione del Pnrr coincide con un incremento degli obiettivi delle rinnovabili, come chiave di sviluppo del Paese; in Germania, il Piano è l’evidenza di una strategia integrata per trasformare l’industria automobilistica al vettore elettrico; investimenti in rinnovabili in Polonia, Slovacchia, Slovenia, al contrario di Germania, Francia Spagna e Portogallo; in Francia e in Germania grandi investimenti in idrogeno verde; in Portogallo produzione di gas da fonti rinnovabili; in Bulgaria un focus sull’economia circolare e programmi di decarbonizzazione dell’industria in Portogallo; misure di efficientamento energetico degli edifici, pubblici e privati, in Bulgaria, Slovacchia, Slovenia“.
Secondo l’analisi del Green Recovery tracker “l’Ue è sulla buona strada per una ripresa ecologica. Le misure di ripresa pianificate in nove stati dell’Ue rileva che circa 133 miliardi di euro sono assegnati ad attività a sostegno della transizione verde. L’Italia è la maggiore beneficiaria di Next Generation EU, non dovrà presentare solamente una lista di progetti ma strategie significative. Se non irrobustisce le condizionalità di accesso ai fondi, si rischia una valutazione neutra, se non addirittura, negativa, mettendo a repentaglio la dotazione totale dei fondi“.