Si riaccende il dibattito in sede Ue su come dovrà essere la nuova direttiva sulle fonti rinnovabili (RED II, Renewable energy directive).
Con una lettera inviata alla Commissione europea, oltre cento eurodeputati, diverse associazioni (tra cui Wind Europe, Solar Power Europe e Transport & Environment) e alcune aziende (troviamo i nomi di Enel e Iberdrola), chiedono di escludere dalla futura direttiva le energie non-rinnovabili e in particolare i combustibili fossili cosiddetti low-carbon.
Ricordiamo che a giugno Bruxelles presenterà una proposta di direttiva per aggiornare la RED I 2018/2001, in modo da avere misure in linea con il nuovo obiettivo per la riduzione delle emissioni di CO2 al 2030 (-55% rispetto al 1990).
Tuttavia, nel testo rischiano di finire misure di supporto anche per delle risorse energetiche non propriamente rinnovabili, come i già citati combustibili low-carbon, ad esempio i combustibili liquidi-gassosi derivati da rifiuti di origine fossile.
Secondo i firmatari della lettera, il rischio è di promuovere quelle stesse fonti fossili che le rinnovabili dovrebbero sostituire nel sistema energetico europeo, creando confusione e minando la credibilità della politica Ue sulle energie pulite.
Intanto la Commissione Ue ha messo in consultazione fino al 28 aprile un regolamento di esecuzione, previsto dalla stessa RED II, volto a definire la compatibilità con i criteri di sostenibilità ambientale dei carburanti solidi e liquidi derivati da biomasse forestali.