Su poco più di 6.000 edifici scolastici presenti in 87 comuni capoluogo di provincia, e frequentati da circa 1,2 milioni di studenti, circa il 58% delle scuole non ha certificazioni base come l’agibilità; più dell’87% degli edifici è sotto la classe energetica C e non è stato ancora bonificato l’amianto in 145 edifici. A fare il quadro della non idilliaca situazione dell’edilizia scolastica è Legambiente, che ha presentato su Facebook i dati di Ecosistema Scuola, giunto alla ventesima edizione.
La strada da percorrere sul fronte efficientamento appare ancora molto lunga: gli edifici con certificazione energetica sono solo il 28%. Tra questi, il 6,3% si trova nella classe energetica A, mentre il 72,2% rientra nelle ultime tre classi energetiche (E, F, G). Negli ultimi 5 anni gli edifici in cui sono stati realizzati interventi di efficientamento energetico sono il 15%, una punta del 20% al Nord e un esiguo 2,4% al Sud. Gli interventi hanno complessivamente riguardato per lo più l’installazione di caldaie a condensazione, la sostituzione di vetri e serramenti, l’isolamento delle coperture e/o delle pareti esterne, quindi l’installazione di impianti di energia rinnovabile. Interventi, questi ultimi, che non costituiscono una vera e propria spinta alla crescita del numero di scuole in cui si utilizzano fonti di energia rinnovabile, che sono solo il 18,1%. Di questi, l’80,1% utilizza il solare fotovoltaico e il 31,9% il solare termico, mentre solo l’1,2% impianti a geotermia e lo 0,4% a biomassa. In questi edifici la copertura dei consumi da fonti rinnovabili è del 37,6%.
Quasi una scuola su tre (29,2%) richiede interventi di manutenzione urgente con punte nel Sud e isole per il 63% degli edifici. La principale emergenza rimane per questi territori la messa in sicurezza degli edifici, che raggiunge un livello di allarme nelle isole, dove, nonostante oltre il 63% delle scuole sia in area sismica 1 e 2 (a fronte di una media nazionale del 41%), solo il 6,3% degli edifici risponde ai criteri della normativa antisismica (per una media nazionale ricordiamo essere del 30,8%).
In Italia il problema principale sembra essere però quello di portare a termine i progetti di riqualificazione. Ebbene, dal 2014 al 2020, su 6.547 progetti previsti, 4.601 sono stati finanziati e solo 2.121 portati a termine. Numeri che testimoniano le difficoltà incontrate dagli enti locali, e che possiamo tradurre anche con la differenza che intercorre tra l’importo stanziato per la realizzazione delle opere e la spesa effettiva. Per un importo totale stanziato di 3.359.614.000 euro, l’importo totale finanziato è di 2.416.370.000 euro e l’importo finanziato dei progetti avviati di 1.415.747.000 euro: passaggi in cui viene “perso” ogni volta circa un miliardo di euro.
Per garantire una gestione virtuosa dei fondi per una migliore qualità degli edifici scolastici occorre, secondo Legambiente, innanzitutto mappare i bisogni attraverso lo strumento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, programmare gli interventi secondo una scala di priorità a partire dall’efficientamento energetico e dalla messa in sicurezza, sostenere le strutture tecniche delle amministrazioni che sono più indietro nel reperimento dei fondi e nella capacità progettuale, semplificare le linee di finanziamento, il loro accesso e la loro gestione per ridurre il divario esistente tra i progetti finanziati e quelli conclusi e conseguentemente, tra gli importi stanziati e quelli rimborsati agli enti locali.
Legambiente ha lanciato un appello al Governo a poche settimane dal varo del PNRR affinché le scuole diventino protagoniste della transizione ecologica: realizzare processi di riqualificazione energetica partecipata degli edifici con la comunità scolastica che diviene comunità energetica, e inaugurare una generazione di 100 scuole sostenibili e innovative costruite secondo i criteri della bioedilizia, aperte anche in orario extrascolastico e dotate di un’integrazione di servizi sia in orario scolastico che extrascolastico, da realizzarsi nelle “periferie sociali” del Paese, caratterizzate da alto tasso di dispersione scolastica e povertà educativa.