Il futuro è ancora incerto, ma le previsioni sono positive e ricche di speranza. Con il superbonus 110% tutti gli attori coinvolti possono vincere. E’ questo quello che emerge dall’analisi compiuta da Open Economics e Luiss Business School.
Lo studio ha stimato a livello preliminare l’impatto macroeconomico del Superbonus del 110% sulle spese per interventi antisismici e di efficientamento energetico sugli edifici, decise con il Decreto Rilancio del 17 marzo 2020 (D.L. n. 34/2020; convertito con modificazioni dalla Legge n. 77/2020 del 16 luglio 2020).
La stima è stata condotta utilizzando un modello computazionale di equilibrio economico generale (CGE, Computable General Equilibrium, Model) basato sulla Matrice di Contabilità Sociale (SAM, Social Accounting Matrix) italiana aggiornata al 2020,che suddivide il sistema economico in 45 settori e l’insieme delle famiglie in cinque classi di reddito.
Tale modello è stato sviluppato da OpenEconomics.
Previsioni
L’impatto macroeconomico del provvedimento viene misurato separatamente per il periodo di vigenza
delle detrazioni e per gli 8 anni successivi.
Viene inoltre stimato l’effetto dell’incremento di valore del patrimonio abitativo e dei risparmi energetici, in base alle evidenze presentate dall’ENEA sugli effetti della misura. Nelle simulazioni effettuate si tiene anche conto delle conseguenze sul sistema finanziario derivanti dalla possibilità di cedere il credito d’imposta.
Lo scenario che viene analizzato prevede che il Superbonus del 110% determini un’espansione della spesa
per edilizia abitativa pari a 8,75 miliardi di euro nel periodo 2020-2022, in linea con le previsioni pubblicate
nel Rapporto curato dalla Camera dei Deputati in collaborazione con il CRESME su “Il recupero e la
riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione”
(n. 23/2 del 26 novembre 2020).
Lo scenario considerato ipotizza che l’incremento della spesa per edilizia abitativa coincida con
l’ammontare delle detrazioni fiscali utilizzate. Esso non si basa quindi su una stima della differenza tra gli
interventi soggetti a detrazioni e quelli che verrebbero realizzati indipendentemente dal Superbonus del
110%. L’ipotesi, che viene adottata per coerenza con il Rapporto della Camera dei Deputati e del CRESME,
potrebbe determinare una sovrastima dell’effetto macroeconomico del provvedimento nel caso, non
implausibile ma difficile da quantificare, che una parte dei lavori edilizi venga realizzata
indipendentemente dalla possibilità di detrarne le spese.
Incremento di spese
Utilizzando la metodologia e le ipotesi descritte, OpenEconomics ha stimato in via preliminare che, nello scenario considerato di un incremento delle spese edilizie di 8,75 miliardi di euro, si registrerebbe un incremento del valore aggiunto complessivo del Paese di 16,64 miliardi nel periodo di attuazione del
provvedimento (ai quali si potrebbero aggiungere 1,91 miliardi nell’economia sommersa).
Questo incremento sarebbe il risultato della mobilitazione di risorse a seguito dell’incremento di domanda aggregata causato dal provvedimento. A tale incremento si sommerebbe un ulteriore incremento di 13,71 miliardi negli 8 anni successivi (oltre a 1,35 miliardi nell’economia sommersa) come risultato dei benefici prodotti dai progetti realizzati, che presenterebbero un rendimento significativo. Anche se i risultati delle simulazioni sinora effettuate sono incoraggianti, è opportuno rilevare che, per un dato incremento di spesa, le stime di breve termine sono più attendibili a differenza di quelle di lungo termine, che sono più difficili
da valutare, anche perché dipendono dall’efficienza dei progetti che verranno realizzati. Questa
considerazione prudenziale va ad aggiungersi a quella, già citata, che riguarda la dimensione
dell’incremento della spesa per edilizia abitativa. Nel decennio, l’impatto netto attualizzato del provvedimento sul disavanzo pubblico sarebbe negativo per 811 milioni di euro, come risultato di un’espansione del gettito di 3,94 miliardi nel periodo di vigenza delle detrazioni, grazie alle maggiori entrate generate dalla crescita del valore aggiunto, seguita da una
contrazione netta di 4,75 miliardi negli 8 anni successivi, dovuta a un maggiore gettito di 3,58, da un lato, e
una riduzione di entrate per effetto delle detrazioni fiscali di 8,33, dall’altro.
Dati letti con cautela
Tale stima deve tuttavia essere letta con cautela non solo per l’incertezza che riguarda l’incremento della spesa per edilizia abitativa, ma anche perché a fronte di un determinato importo delle detrazioni, che ha un riscontro quantitativo ben
preciso sul disavanzo pubblico, la variazione delle entrate dovuta all’espansione del valore aggiunto è
incerta, in quanto legata ai risultati della simulazione. E’ opportuno anche sottolineare che l’analisi ha
messo in rilievo un effetto significativo sull’economia sommersa e che tale effetto potrebbe tradursi in
significativi benefici conseguenti all’emersione di base fiscale.
Le simulazioni effettuate considerando altri scenari mostrano che, all’interno di un intervallo di valori
contenuto tra 8 e 18 miliardi di euro, l’effetto del provvedimento è sostanzialmente lineare: un incremento
doppio della spesa per edilizia abitativa determinerebbe un impatto doppio sul valore aggiunto.