Preoccupano in Italia i traffici e la gestione illecita di rifiuti e materiale radioattivo, causati anche dall’elevato costo di smaltimento: dal 2015 al 2019 i carabinieri hanno denunciato 29 persone, ci sono state 5 ordinanze di custodia cautelare, 38 sanzioni penali comminate e 15 sequestri effettuati in seguito a 130 controlli compiuti.
Lo rileva Legambiente nel nuovo report “Rifiuti radioattivi ieri, oggi e domani: un problema collettivo”, lanciato in vista del X anniversario dall’incidente di Fukushima (11 marzo 2011), in cui fa il punto sull’eredità nucleare italiana, sul problema del traffico e smaltimento illegale e sulla situazione europea.
Legambiente sottolinea che “in Italia i rifiuti sono in depositi inidonei e pericolosi e vengono anche smaltiti illegalmente. Occorre trovare una localizzazione trasparente e partecipata per il deposito dei rifiuti a media e bassa attività, su cui l’Italia è in ritardo – ricorda l’ong – chiudere l’accordo per smaltire in un paese europeo quelli più radioattivi e far entrare a regime il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti radioattivi previsto dal decreto legislativo 101/2020 che introduce anche sanzioni amministrative e penali in caso di violazioni”.
L’associazione ambientalista ricorda che in Italia, secondo gli ultimi dati disponibili (riferiti a dicembre 2019), ci sono 31mila metri cubi di rifiuti radioattivi collocati in 24 impianti distribuiti su 16 siti in 8 regioni. A questi andranno aggiunti nei prossimi anni i rifiuti radioattivi ad alta attività che torneranno nella Penisola dopo il ritrattamento all’estero del combustibile esausto proveniente dagli ex impianti nucleari italiani, e quelli di media attività che si verranno a generare dalle attività di smantellamento degli impianti dismessi.