Da oggi, primo marzo, cambia l’etichetta di classificazione dei consumi energetici degli elettrodomestici. Scompariranno i “+” e diventeranno più rigidi i criteri con cui verranno assegnate le lettere.
Il vecchio sistema di etichette è considerato non più adatto, visto che ormai quasi tutti gli elettrodomestici sono concentrati nelle classi migliori, con conseguente confusione per i consumatori. Ci sarà un periodo di transizione: a partire da oggi e fino al trenta novembre 2021 le nuove etichette saranno ancora basate su una scala di valori che va da A (classe più efficiente) a G (la meno efficiente) e saranno affiancate a quelle vecchie, così i consumatori potranno gradualmente abituarsi al sistema di classificazione. Solo dal primo dicembre 2021 le vecchie etichette scompariranno del tutto.
Dal 1998, anno di entrata in vigore dell’etichetta, gli italiani hanno imparato a usare molto bene l’attuale sistema di classificazione dei consumi degli elettrodomestici per indirizzare i propri acquisti; tanto è vero che, secondo quanto emerso dall’indagine di Facile.it, alla domanda “Quando acquista un elettrodomestico, quanto incide la classe energetica sulla sua decisione?” ben il 95% dichiara che questa sia un’informazione importante ed è addirittura esplicitamente descritta come molto importante dal 55,9% del campione.
L’indagine condotta per Facile.it ha approfondito anche le ragioni per le quali i consumatori valutano molto importante (o, al contrario, poco o per nulla importante) considerare la classe energetica dell’elettrodomestico prima di acquistarlo. Fra chi dà grande importanza alla classificazione le ragioni principali sono risultate essere il risparmio – sia esso economico (63% del campione) o energetico (32%) – e la convinzione che basarsi sulla classificazione energetica per compiere l’acquisto sia in qualche modo utile a salvaguardare l’ambiente (25%). Per gli oltre 1.100.000 italiani che non considerano utile la classificazione, invece, i motivi dichiarati sono la volontà di spendere meno per lo specifico acquisto o, anche, l’ammissione di non capire realmente fino in fondo quale sia il significato della classificazione riportata nell’etichetta. L’attenzione degli italiani verso le etichette energetiche è comprensibile se si considera che il consumo degli elettrodomestici incide moltissimo sulla spesa elettrica; basti pensare che il frigorifero, da solo, arriva a pesare tra il 10-15% della bolletta totale annua di una famiglia media.