Superata e inadeguata a raggiungere i nuovi target climatici posti dall’Europa: così, secondo la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, appare la Strategia climatica al 2050 dell’Italia, definita dal governo Conte e inviata alla Commissione Europea la scorsa settimana.
“Il principale limite di questa strategia – ha sottolineato Edo Ronchi, presidente della fondazione – è la mancanza di aggiornamento del target di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030. La Strategia climatica, infatti, fa ancora riferimento all’obiettivo oramai superato di riduzione del 40% rispetto al 1990, molto più basso del taglio del 55% stabilito dall’Unione Europea e pertanto non è in linea con l’obiettivo della neutralità carbonica al 2050“.
La Strategia climatica prevede tra l’altro che al 2050 i consumi finali di energia siano ridotti del 40% rispetto a oggi, che i consumi elettrici crescano al 50% dei consumi totali di energia (oggi poco più del 20%), e che la quota da fonti rinnovabili raggiunga l’85-90% (oggi è di circa il 18%). Si prevede poi che il parco auto circolante in Italia venga ridotto dai circa 40 a 24 milioni di veicoli grazie a uno shift della mobilità privata verso il trasporto pubblico, condiviso e la mobilità dolce. Lo Scenario di decarbonizzazione delineato dalla Strategia italiana prevede inoltre di arrivare al 2050 con circa 65-85 MtCO2eq (milioni di tonnellate equivalenti di CO2) di emissioni considerate incomprimibili, pari al 15-20% delle attuali emissioni, compensate dagli assorbimenti di carbonio tramite le foreste o tecnologie di cattura e stoccaggio o riutilizzo della CO2.
“L’Italia, Paese co-organizzatore, insieme al Regno Unito , della prossima conferenza sul clima di Glasgow (COP26) ai primi di novembre – ha dichiarato Ronchi – non può presentarsi a questo appuntamento senza aver aggiornato il suo piano per il clima al 2030, perché questi aggiornamenti sono esattamente il centro della COP 26“.