Sviluppare nano-antenne come raccoglitori di energia solare a basso costo per un futuro più verde. E’ l’obiettivo del progetto quadriennale GreEnergy finanziato dalla Commissione Europea tramite il programma Horizon 2020 e coordinato dalla Chalmers University of Technology (Svezia). Del team di ricerca fanno parte otto partner di sei paesi, tra cui l’Università Politecnica delle Marche e l’Università di Udine con il gruppo del professor Michele Midrio del Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura.
Secondo quanto riportato dal Joint Research Centre (JRC) – si legge in una nota congiunta – a oggi l’energia fotovoltaica copre solo il 4% del consumi mondiali, a causa della bassa efficienza dei pannelli fotovoltaici e del loro costo elevato.
Il progetto prevede di realizzare un prototipo di un nuovo sistema di estrazione dell’energia dal sole attraverso nano-antenne ottiche accoppiate a un dispositivo ultraveloce di rettificazione e alla carica di un super-micro condensatore.
L’obiettivo è dimostrare un’efficienza del 20-40% per rendere questa tecnologia competitiva.
Questa soluzione potrebbe dare vita – secondo il coordinamento – a nuovi dispositivi elettronici che potrebbero funzionare auto-alimentandosi senza connessione a rete elettrica o alimentatore esterno: potrebbero così nascere dispositivi indossabili, come pure sensori per infrastrutture, veicoli o ambiente.
“Con GreEnergy vogliamo dimostrare che è possibile raccogliere e convertire l’energia solare in maniera più efficiente e a minor costo di quello che si fa oggi“, dice il coordinatore del progetto, Per Lundgren della Chalmers University of Technology. “E’ una sfida enorme, che noi vogliamo vincere affrontando in modo coordinato design, progettazione e fabbricazione di antenne, rettificatore e nano-batterie. Il risultato rappresenterà un cambio epocale del modo in cui potremo sfruttare l’energia del sole“.