Nel 2030 saranno 5 miliardi le persone che vivranno in agglomerati urbani, il 60% della popolazione mondiale: per questo “città sostenibili e comunità” è stato inserito al punto 11 degli obiettivi di sviluppo sostenibile dettati dall’Onu. È in questo contesto che si inserisce lo studio – presentato durante il Forum ANSA 2030 – “Quanto sono sostenibili le nostre città?” – realizzato da Save The Planet Onlus e JTI Italia con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che punta a sottolineare l’importanza di una riflessione congiunta sull’aspetto che dovranno assumere le città del futuro.
Oggetto della ricerca sono le 14 città metropolitane italiane comparate secondo tre indicatori rilevanti (appartenenti alla normativa ISO 37120:2018): la pressione dei flussi turistici, la presenza di aree verdi e il trattamento dei rifiuti solidi urbani. Tre indicatori chiave intorno ai quali costruire le città sostenibili e responsabili del domani.
“Rendere le città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili” è la priorità del nuovo modello di sviluppo dal momento che le città sono il principale motore del Pil globale e affrontano diverse difficoltà nella gestione della vita urbana fra cui la produzione incontrollata di rifiuti” rileva lo studio che mette in luce lo storico divario fra nord e sud del Paese. Venezia, Milano e Bologna distanziano le città metropolitane del sud per percentuale di rifiuti solidi urbani riciclati; fra queste Bologna converte l’85% dei rifiuti in energia destinando in discarica poco meno del 10%. La maglia nera va alla Sicilia sul cui territorio non esistono impianti di produzione di energia da rifiuti, tanto che circa il 70% di questi viene semplicemente smaltito in discariche.
Roma, Venezia e Milano si classificano sul podio per numero di presenze turistiche. La città lagunare svetta al primo posto se si considerano le presenze turistiche in relazione al numero di abitanti. Emerge chiaramente quindi che le città che sono anche hotspot turistici hanno il dovere più di altre di sviluppare strategie efficaci per un’economia rispettosa dell’ambiente, soprattutto in ottica di sensibilizzazione dei visitatori che frequentano occasionalmente il territorio comunale.
La qualità della vita nella città del futuro dipenderà anche dalla quantità di aree verdi. Il tema pone al centro l’esigenza da parte delle amministrazioni locali di tutelare e implementare il verde urbano tenendo conto del fenomeno del littering. I veri protagonisti di questo processo di cambiamento sono i cittadini stessi generando in modo sistematico un nuovo approccio alla cura urbana sostenibile. Non a caso, le aree verdi sono quelle in cui si osserva la percentuale più elevata di comportamenti corretti rispetto alla gestione dei piccoli rifiuti. Al primo posto l’area metropolitana di Reggio Calabria per quantità di verde urbano ogni 100.000 abitanti con circa 1063 ettari, seguita da Cagliari e Venezia.
Lo studio conclude la campagna #IoLaButtoLì contro l’abbandono dei piccoli rifiuti, promossa da Save The Planet e JTI Italia insieme alla collaborazione dell’agenzia cooperativa sociale Pensieri & Colori e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
In occasione del Forum viene annunciato il primo Manifesto Anti Littering interattivo rivolto a cittadini, imprese e amministrazioni locali per sottoscrivere l’impegno congiunto per un futuro sostenibile.