Snam, una delle principali società di infrastrutture energetiche al mondo, accelera sul biometano ottenendo un finanziamento di circa 2 milioni da parte della Commissione Europea nell’ambito del bando a rotazione Transport Blending Facility che punta a rendere il settore dei trasporti più efficienti dal punto di vista ambientale.
Ad annunciare questa direttiva era stato lo stesso amministratore delegato di Snam, Marco Alverà durante la presentazione del Piano Strategico 2020-2024 che ha stanziato già 720milioni di euro di investimenti, quasi raddoppiati rispetto al precedente piano.
«Il gas è la soluzione più immediata per ridurre l’inquinamento da polveri sottili e le emissioni di CO2 nei trasporti leggeri e pesanti, oltre ad avere un grande potenziale in quelli marittimi e ferroviari. Inoltre, grazie al biometano e a bio-CNG e bio-GNL, sta gradualmente diventando una risorsa rinnovabile, aprendo la strada a un’ulteriore decarbonizzazione della mobilità» afferma Marco Alverà.
Il processo di sviluppo per il self-service a gas naturale in Italia è un ulteriore passo in avanti per favorire la sua diffusione in modo ancora più capillare. Il nostro Paese è infatti il primo in Europa per veicoli circolanti a gas naturale (oltre 1 milione) e per numero di distributori attivi (1.440 circa).
Il biometano è una fonte di energia rinnovabile che si ottiene da biomasse agricole (colture dedicate, sottoprodotti e scarti agricoli e deiezioni animali), agroindustriali (scarti della filiera della lavorazione della filiera alimentare) e la frazione organica dei rifiuti solido urbani (FORSU).
L’ottenimento del biometano avviene in due fasi: produzione del biogas grezzo – prevalentemente attraverso la digestione anaerobica di biomasse – e successiva rimozione – upgrading – delle componenti non compatibili con l’immissione in rete (CO2).
Il biometano permette di rispondere agli obiettivi di riduzione delle emissioni sfruttando le reti gas esistenti e contribuendo a incrementare la produzione nazionale. Questo sviluppo avrebbe anche ricadute positive sul comparto agro-alimentare, promuovendo un modello economico fondato su sostenibilità e circolarità nell’utilizzo delle risorse.
Il gas naturale può dunque diventare l’elemento chiave della mobilità sostenibile, dato che la sua combustione genera livelli nettamente inferiori rispetto alla benzina e al gasolio, sia per quanto riguarda la CO2 che l’ossido di azoto (NOx), mentre abbatte completamente le emissioni di particolato (PM10). Il gas naturale può anche essere biologico, contribuendo ulteriormente alla filiera dell’agricoltura e della valorizzazione dei rifiuti organici, in un’ottica di economia circolare e crescita della sostenibilità ambientale.
Gli obiettivi per la mobilità sostenibile hanno fissato che entro il 2030 il gas naturale bio potrà arrivare a rappresentare il 40% del metano per autotrazione utilizzato dall’intera flotta di veicoli circolanti in Europa tra automobili privati, camion per trasporto su gomma e mezzi pubblici.
Le risorse Europee serviranno quindi a sviluppare il progetto infrastrutturale integrato “bio-lng4 Italy” sviluppato da Snam4Mobility e GnlItalia prevedendo lo sviluppo di 8 impianti di gnl e biognl in tutto il territorio italiano.