A dicembre i consumi di energia elettrica italiani hanno mostrato ulteriori segnali di recupero rispetto ai mesi precedenti. Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione, ha rilevato una richiesta di energia elettrica pari a 25,9 miliardi di kWh, valore in crescita dell’1,1% rispetto a dicembre del 2019 e dello 0,3% rispetto a novembre 2020. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 32% del fabbisogno. Segnali incoraggianti anche dall’indice IMCEI: il campione dei consumi industriali monitorato da Terna ha registrato una variazione positiva a due cifre rispetto a dicembre 2019 (+11,4%) e, per il terzo mese consecutivo, anche a livello congiunturale su novembre 2020 (+0,4%).
Nel mese di dicembre 2020 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’87,3% con produzione nazionale e per la quota restante (12,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,9 miliardi di kWh) è risultata in aumento dell’1,5% rispetto a dicembre del 2019. In crescita le fonti di produzione termica (+14%) geotermica (+3%). In flessione le fonti di produzione idrica (-23,1), eolica (-17,1%) e fotovoltaica (-16,2%).
A livello territoriale, la variazione di dicembre 2020 è risultata ovunque positiva: +0,8% al Nord e al Centro, e +1,9% al Sud e Isole. L’indice IMCEI elaborato da Terna – che prende in esame e monitora in maniera diretta i consumi industriali di circa 530 clienti cosiddetti energivori connessi alla rete di trasmissione elettrica nazionale (grandi industrie dei settori “cemento, calce e gesso”, “siderurgia”, “chimica”, “meccanica”, “mezzi di trasporto”, “alimentari”, “cartaria”, “ceramica e vetraria”, “metalli non ferrosi”) – ha fatto registrare un variazione tendenziale positiva dell’11,4% rispetto a dicembre 2019. In particolar modo, la crescita è stata trainata dai comparti della siderurgia (+23,2%) e meccanica (+7%). Unico settore negativo quello dei materiali da costruzione (-2,1%). Analizzando separatamente i cosiddetti Clienti Puri (quelli che esclusivamente prelevano dalla rete) e gli Autoproduttori, la variazione tendenziale mostra un aumento rispettivamente dell’11,1% e del 13,7%.