Il prof. Giuseppe Mancini è il nuovo presidente dell’Associazione nazionale degli Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio.
Il docente del corso di laurea in Chemical Engineering for Industrial Sustainability del Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e informatica dell’Università di Catania è stato eletto, nei giorni scorsi, all’unanimità dal nuovo consiglio direttivo dell’associazione, una realtà ormai fortemente consolidata sul territorio nazionale che promuove la figura dell’ingegnere ambientale tramite la collaborazione con i referenti dei corsi di laurea in Ingegneria ambientale delle università italiane (grazie anche al supporto del Gruppo Italiano di Ingegneria Sanitaria Ambientale), con gli ordini provinciali e con il Consiglio nazionale degli ingegneri.
Nel corso delle votazioni dell’assemblea nazionale dell’Aiat– che ha visto il prof. Mancini ottenere la più elevata percentuale di voti – sono stati eletti come consiglieri nazionali anche due ex studenti del corso di laurea in Ingegneria per l’ambiente e il territorio dell’Università di Catania: Andrea Polizzi e Pier Francesco Scandura.
Andrea Polizzi, esperto in depurazione delle acque, attualmente è componente anche del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Caltanissetta, mentre Pier Francesco Scandura, esperto energy manager, riveste il ruolo di presidente dell’Associazione degli Ingegneri dell’Ambiente e il Territorio della Sicilia (AIAT Sicilia) di cui il prof. Mancini è stato il fondatore nel 2004 e primo presidente.
«Ci aspetta per il prossimo triennio un periodo certamente complesso, ma ricco di opportunità che dovremo saper cogliere al massimo delle nostre capacità – spiega il presidente Giuseppe Mancini-. Alla fine di questo periodo drammatico il sistema si metterà di nuovo a correre e con una velocità mai vista prima aprendo opportunità incredibili e oggi difficili anche da immaginare, specialmente nel campo dell’ambiente. E in questo sarà centrale l’ingegnere ambientale, una figura che in prospettiva potrebbe rappresentare una importante opportunità lavorativa per gli studenti universitari e delle scuole secondarie. Una figura specialistica appositamente formata nei nostri corsi di laurea con le opportune competenze e soprattutto con quell’approccio olistico che permette di affrontare problemi complessi con una visione che oggi deve necessariamente essere a 360°».
«Ma dobbiamo – continua il neo-presidente – essere pronti, competenti, solidali e soprattutto riconosciuti. E in questo essere parte della grande famiglia Aiat può fungere da catalizzatore favorendo anche una maggiore accessibilità agli importanti finanziamenti che verranno in ottica di New Green Deal europeo, già a partire dal Next Generation EU(Recovery fund). Accessibilità che certamente il singolo professionista vede oggi complessa, ma che una rete di professionisti preparati come quella che Aiat oggi rappresenta, può certamente facilitare ribadendo il ruolo fondamentale dell’Ingegnere per l’ambiente. Occorre però che ingegneri ambientali, università e ordini professionali facciano rete nel mostrare sempre più il valore e l’importanza di questo ruolo».
«Per questo – conclude il docente – abbiamo tutti come Aiat una grande responsabilità che si tradurrà per noi componenti del consiglio direttivo in un rinnovato spirito di servizio nel difendere e accrescere la visibilità di questa figura chiave nel panorama nazionale e in particolare nei nostri specifici territori. Ripartiamo dunque dai traguardi raggiunti con la consapevolezza di potere fare ancora meglio e con lo sguardo rivolto verso il futuro che parla sempre più di ambiente e di ingegneria ambientale».