Incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, come l’idroelettrico, preservando la biodiversità dei corsi d’acqua: l’Unione Europea indirizza la ricerca verso l’esigenza di coniugare queste due prospettive, spinta da una parte dalla preoccupazione per la perdita di biodiversità e dalla ricerca di misure urgenti per la salvaguardia degli habitat acquatici, e dall’altra impegnata nell’incrementare l’energia da fonti rinnovabili entro il 2030.
È la sfida raccolta dal progetto europeo (finanziato per oltre 4 milioni di euro nell’ambito dell’azione Marie Skłodowska-Curie) Ribes – RIver flow regulation, fish BEhaviour and Status, coordinato da Claudio Comoglio, docente del Dipartimento Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino Il progetto prevede percorsi formativi rivolti a 15 giovani ricercatori e ricercatrici nell’ambito dei corsi di Dottorato in 8 Università (Italia, Svezia, Uk, Germania, Estonia e Belgio).
Presso il Politecnico di Torino hanno iniziato il percorso due giovani ricercatori, Usama Ashraf e Gloria Mozzi, che sotto la supervisione dei professori Comoglio, Costantino Manes, Paolo Vezza e Daniel Nyqvist, studieranno la risposta delle specie ittiche autoctone alle variazioni delle condizioni idrodinamiche indotte dagli sbarramenti attraverso l’utilizzo innovativo di una canaletta idraulica sperimentale che sarà utilizzata in campo lungo i corsi d’acqua piemontesi. “Grazie alle attività che svilupperemo presso il Politecnico ci attendiamo sia di migliorare lo stato delle conoscenze scientifiche su diverse specie ittiche autoctone sia di identificare soluzioni tecniche che contribuiscano a interrompere l’attuale trend di rapido declino delle relative popolazioni” spiega Comoglio.