Dalle Marche alla Sicilia sono 25 finora le buone pratiche italiane frutto del gruppo di lavoro ‘Green deal going local’ lanciato lo scorso giugno del Comitato europeo delle Regioni (CdR). Lo scopo è garantire che le città e le regioni dell’Ue siano direttamente coinvolte nella definizione, nell’attuazione e nella valutazione del Green Deal.
Il punto della situazione è stato fatto in questi giorni a Bruxelles in occasione della settimana delle Regioni organizzata dal CdR Un esempio viene dalle Marche, dove il Fondo energia e mobilità (Fem) ha una dotazione di 16 mln di euro. Basato sui tre pilastri di sostenibilità, mobilità ed efficienza, ha portato all’efficientamento energetico degli edifici pubblici, del trasporto pubblico locale e delle piccole e medie imprese.
Ma le buone pratiche selezionate dal CdR attraversano l’Italia intera. In Sicilia, Balestrate è diventata una città ‘green’: tutti gli edifici pubblici sono stati efficientati, la percentuale di raccolta differenziata è arrivata sopra il 70% ed è aumentato l’uso dei mezzi alternativi alle auto grazie al bike sharing, l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’ampliamento della zona a traffico limitato, l’utilizzo di mezzi elettrici per i dipendenti comunali e un trenino turistico.
In Valle d’Aosta, il progetto GRETA usa il calore geotermico e una tecnologia a basse emissioni di carbonio per il fabbisogno energetico dell’ambiente alpino. In Friuli-Venezia Giulia, il marchio “IO SONO FVG” è uno strumento che premia gli agricoltori, i pescatori e gli altri operatori agroalimentari che decidono di rendere sostenibili la loro attività. A Bologna, il patrimonio culturale è diventato motore di un risanamento urbano partecipativo e sostenibile nel quadro del progetto europeo H2020 ROCK. In Piemonte, il comune di Locana ha provvisto l’illuminazione pubblica di led a risparmio energetico, mentre quello di Novara porta avanti due progetti di forestazione. Il comune di Milano intende creare comunità energetiche su territori di piccole dimensioni in grado di comunicare tra loro. In Veneto, c’è il progetto CIRCE2020 per l’espansione dell’economia circolare.
In uno dei suoi interventi alla settimana delle Regioni, il presidente del CdR ha citato proprio l’esempio delle Marche. “La Regione Marche ha utilizzato i fondi di coesione consentendo ai piccoli comuni di ricevere sovvenzioni e garanzie sui prestiti per potenziare il servizio di autobus e ammodernare gli edifici pubblici”, ha detto Apostolos Tzitzikostas. “Tutti questi esempi dimostrano che il Green deal non inizia ora, ma si basa su decenni di cambiamenti positivi da parte dei governi locali e regionali”.
Tra i membri del gruppo ‘Green deal going local’, ci sono le italiane Manuela Bora, assessora alle Attività produttive e affari Ue della Regione Marche e coordinatrice del gruppo PSE della Commissione per la Politica regionale e il bilancio Ue del CdR, e Donatella Porzi, consigliera regionale per la Regione Umbria. “Per la nostra regione – ha osservato Bora in passato – far parte del gruppo di lavoro per il Green deal del CdR non soltanto rappresenta una conferma di tutto il lavoro svolto dalla nostra amministrazione per la transizione climatica. È anche la convinzione che solamente collaborando con altre regioni e istituzioni europee potremo affrontare questa difficile doppia sfida del clima e della crisi economica. Il Green Deal europeo sarà fondamentale per la ripresa dei nostri territori e per garantire che nessuno venga lasciato indietro”.