Mentre in tutto il mondo cresce il portafoglio degli investitori di aziende sostenibili, prosegue in Europa una maggiore rapidità sulla politica ambientale che rassicuri il mondo finanziario attraverso un’etichetta certificata.
Si parla di Ecolabel, il bollino verde in grado di definire se un fondo è sostenibile o meno.
L’etichetta, già usata da lacune attività economiche per certificare il ridotto impatto ambientale dei prodotti o servizi offerti dalle aziende, dovrebbe essere approvata entro fine anno dalla Commissione Ue.
E proprio mentre si discute dei criteri e le percentuali di azioni green sul portafoglio, si apre un dibattito tra industria, consumatori e risparmiatori.
Tassonomia
Due anni fa è stata avviata in Europa la classificazione (tassonomia) delle attività sostenibili, approvata lo scorso giugno dal Parlamento europeo e adesso si attendono- dalla Commissione UE- entro fine dicembre, le tabelle che indicheranno le attività green.
Si partirà con le attività legate al cambiamento climatico (mitigazione e adattamento) mentre entro il 2021 dovranno essere indicati altri 4 criteri (economia circolare, acque e risorse marine, biodversità, prevenzione e riduzione dell’inquinamento).
Il punto per aziende e investori è proprio questo: se da una parte si spinge verso l’introduzione dell’Ecolabel entro la fine dell’anno, dall’altra emergono le difficoltà a classificare i ricavi delle aziende senza le indicazioni complete da parte della Commisione Ue.
Percentuali
Il Bollino verde sarà previsto per i fondi obbligazionari che hanno green bond o emissioni di aziende 100% verdi, mentre per i fondi azionari sarà necessario avere in portafoglio almeno il 40% di azioni green.