Il progetto si chiama “Nuova Energia all’Agricoltura” e ha il dichiarato intento di dimostrare che il fotovoltaico non solo non è nemico dell’attività agricola ma può contribuire a rilanciarla.

A promuovere l’iniziativa è Progetika, società attiva dal 2010 con sede a Cagliari (ma anche in UK e India) che ha realizzato e connesso alla rete impianti FV “per una potenza di diverse decine di MW” e che “si pone l’obiettivo di investire ulteriormente nel settore delle energie rinnovabili in Italia e con particolare focus alle iniziative sul territorio della Regione Sardegna”, si legge nella documentazione progettuale.

Proprio nell’isola, in particolare nel Comune di Uta, l’azienda ha sottoposto a verifica di assoggettabilità alla Via due progetti da 31,522 e 29,660 MW. Il tutto in collaborazione con Antichi Poderi della Marmilla, azienda agricola “promotrice di un coraggioso rinnovamento, soprattutto culturale all’interno del mondo dell’agricoltura, guardando al futuro con orizzonti più ampi, e con la convinzione che per il mondo agricolo il fotovoltaico può essere tra le opportunità di rilancio, sempre che si realizzino impianti con una totale commistione/connessione tra la produzione energetica e quella agro zootecnica”, si legge nella documentazione.

Entrambe le società credono infatti “sia fondamentale per lo sviluppo, nonché urgente per il rilancio dell’apparato produttivo agricolo, creare un’interfaccia, un anello di congiunzione tra tradizione e innovazione, tra produzione agricola e produzione di energie da fonti rinnovabili, due importantissimi e indispensabili protagonisti del, e per, il nostro vivere attuale e futuro”.

Anche per questo motivo si è scelto di adottare la soluzione tecnologica con tracker a inseguimento monoassiale, “in quanto permette di mantenere una distanza significativa tra le strutture di supporto dei moduli fotovoltaici, consentendo la coltivazione tra le strutture di colture da erbaio/foraggio”. Si prevede inoltre una fascia arobrea perimetrale esterna (costituita da piante di Fico d’India) e un’altra fascia arborea interna (costituita da un filare di piante di mango), “facilmente coltivabili e con l’ulteriore funzione di mitigazione visiva”.

Passare ad una vegetazione ad hoc, prosegue inoltre Progetika, “permette all’azienda di risparmiare sulla manutenzione del terreno, con ricadute positive sia per l’ambiente sia dal punto di vista redditizio”.

La società riporta anche gli esiti di vari studi statunitensi, secondo cui “è ragionevole affermare che, in considerazione dei lievi mutamenti dell’habitat conseguenti l’installazione di moduli fotovoltaici, adottando opportune forme di gestione del manto erboso, non sarà riscontrabile alcun sostanziale cambiamento nella struttura dell’ecosistema, nella disponibilità di risorse nutrizionali nel suolo, ma soprattutto nella composizione della comunità vegetale che si alterna nei cicli stagionali”.

L’impianto “Uta 1” da 31,522 MW è costituito complessivamente da 78.820 pannelli da 400 W ciascuno e dovrebbe occupare approssimativamente circa 16,5 ha su una superficie di progetto totale di circa 57 ha. L’impianto “Uta 2” da 29,660 MW conta 74.152 pannelli da 400 W con una copertura di circa 17 ha su una superficie di progetto totale di circa 42,7 ha.